Diritti

Sudan, MSF: “Decine di migliaia di persone sfollate in fuga da El Fasher e Zamzam a Tawila. Strutture sovraccariche, enormi bisogni”

A Tawila, nel Nord Darfur, Sudan, continuano ad arrivare persone sfollate a seguito dell’attacco delle Forze di Supporto Rapido (RSF) contro il campo di Zamzam avvenuto ad aprile e degli scontri che continuano a intensificarsi a El Fasher. Migliaia di persone sono arrivate a Tawila in condizioni di estrema debolezza, sovraccaricando i servizi di emergenza e nutrizione dell’ospedale supportato da Medici Senza Frontiere nella città. Si stima che decine di migliaia di persone vivevano ora in rifugi improvvisati su terreni che solo poche settimane fa erano completamente disabitati.


A child is provided with water by an MSF nurse, in Tawila Umda health post. Whitin the two first days, most of the severe cases referred to MSF hospital were young children or elderly people in advanced state of dehydration.
Many had travelled the 60km that separates Tawila from Zamzam, under a burning sun, without being able to drink a single drop of water.

Il campo di Zamzam è stato classificato come area colpita da carestia nell’agosto 2024 e durante gli ultimi attacchi molte persone sono state gravemente ferite. Dopo l’attacco al campo, il team di MSF a Tawila hanno registrato un’impennata di recupero presso il centro terapeutico intensivo per la nutrizione , che assiste bambini sotto i cinque anni con grave malnutrizione acuta e altre patologie. Nella settimana successiva all’afflusso, i ricoveri sono aumentati quasi di dieci volte: da un media settimanale dal 6-7 al oltre 60, in prevalenza bambini provenienti da Zamzam, a dimostrazione dei gravi tassi di malnutrizione nel campo, dovuti dalla carestia.

“Nei primi giorni il numero di pazienti in ospedale è quasi raddoppiato. Il pronto soccorso era stracolmo. A un certo punto avevamo 4 pazienti per ogni letto, non c’era più spazio. Molte persone erano ferite da arma da fuoco o da esplosione – ne abbiamo curate 779 in 3 settimane, di cui 138 bambini. 187 erano casi gravi” racconta Tiphaine Salmon, coordinatrice infermieristica di MSF , che era in servizio il 12 aprile, giorno dell’afflusso di massa di feriti a Tawila. “Il più piccolo che ho visto era un neonato di sette mesi, colpito da una scheggia che gli era entrata sotto il mento e uscito dalla spalla. Abbiamo anche ricevuto neonati di un solo giorno in condizioni di grave disidratazione. Molti bambini sono arrivati da soli, senza genitori – e molti genitori cercavano disperatamente i propri figli”.

Il numero di persone che hanno bisogno di assistenza a Tawila supera di gran lunga la capacità di risposta e le organizzazioni umanitarie presenti a Tawila sono poche. Il team di MSF ha allestito due punti sanitari nei principali siti di arrivo per fornire acqua, supporto nutrizionale e medico immediato ai nuovi arrivati, oltre ad occuparsi del trasferimento dei casi più critici all’ospedale locale, che MSF supporta dall’ottobre 2024. Inoltre, oltre a centinaia di consulenze mediche ogni giorno, MSF fornisce quotidianamente centomila litri di acqua potabile, ha donato alimenti secchi alle cucine comunitarie per la preparazione di oltre 16mila pasti al giorno e ha costruito trecento latrine. Nonostante questo, i bisogni sono immensi e superano di gran lunga la capacità di risposta di MSF.


Mariam holds Adam in her arms, in MSF health post in Tawila Umda. Adam was injured on the head by a bullet as him and his family were trying to flee from Zamzam camp.
He’s part of the 138 children MSF treated for a gunshot wound, since April 11th.


“Qui non c’è. Alcuni abitanti di Tawila ci hanno dato un po’ di farina di miglio. Siamo sopravvissuti così finora: chiedendo l’elemosina. L’acqua la prendiamo da una cisterna, ma ci permettono di riempire solo una tanica per famiglia, e noi siamo in 20. Abbiamo una sola coperta per tutti” racconta Mariam, 40 anni, arrivata a Tawila 3 giorni dopo l’attacco al campo insieme alla madre, le sorelle ei figli . “Anche prima dell’attacco, la gente moriva di sete e di fame a causa dell’assedio imposto su Zamzam da oltre un anno. Tutto era già inaccessibile e insostenibile. A Zamzam sono arrivati con le mitragliatrici. Hanno attaccato e ucciso persone, anche bambini. Hanno bruciato la nostra casa, con tutto ciò che avevamo dentro. Hanno stuprato le donne. Hanno ucciso, saccheggiato…”.

A peggiorare ulteriormente la situazione, un sospetto focolaio di morbillo ha colpito Tawila nel mese di marzo. Dall’inizio di febbraio, MSF ha trattato oltre novecento casi sospetti, di cui più di trecento hanno richiesto il ricovero. Per questo nella prima settimana di aprile il team di MSF ha avviato una campagna di vaccinazione su larga scala, raggiungendo 18mila bambini sotto i cinque anni. Tuttavia, appena una settimana dopo l’arrivo a massa da Zamzam, sono stati individuati nuovi casi sospetti tra i bambini appena arrivati. Malnutrizione e morbillo sono una combinazione letale per i bambini piccoli, e possono avere conseguenze devastanti soprattutto in condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene.

Nonostante l’impegno anche di altri attori e di una prima distribuzione alimentare di massa, la risposta umanitaria deve essere urgentemente rafforzata e ampliata. MSF chiede alle agenzie delle Nazioni Unite di potenziare in modo significativo la propria presenza sul terreno, per coordinare una risposta adeguata alle esigenze sempre più pressanti della popolazione.


Dr Mohamed Abubaker examines a young patient in the improvised in-patient paediatrics department the team set up the day before.


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