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Sudan, MSF: “Malnutrizione catastrofica nel campo di Zamzam nel Darfur settentrionale”

In Darfur settentrionale, Medici Senza Frontiere continua a registrare gravi tassi di malnutrizione nel campo di Zamzam, mentre nell’area continuano ad intensificarsi i combattimenti. MSF rimane quasi l’unica organizzazione umanitaria internazionale a rispondere a questa enorme crisi e una delle pochissime in grado di intervenire in caso di incidenti di massa a El Fasher, nonostante la sua richiesta dello scorso febbraio di inviare urgente supporto a seguito della valutazione rapida che ha rilevato una grave crisi nutrizionale.

Tra marzo e aprile MSF ha condotto uno screening di massa su più di 63mila bambini sotto i cinque anni, oltre che su donne incinte e in fase di allattamento. I risultati hanno confermato una crisi di malnutrizione catastrofica e potenzialmente letale nel campo di Zamzam.

Degli oltre 46mila bambini che sono stati visitati, il 30 per cento è risultato affetto da malnutrizione acuta, di cui l’8% da malnutrizione acuta grave (SAM). Cifre simili sono state riscontrate tra le oltre 16.000 donne in gravidanza e allattamento sottoposte a screening: il 33% è risultato affetto a malnutrizione acuta e il 10% da SAM. Le cifre per entrambi i gruppi rivelano un tasso di oltre il doppio rispetto alla soglia di emergenza del 15%, segnalando un’urgente e grave situazione nel campo di Zamzam.

“Nel capo di Zamzam è in corso un disastro di dimensioni catastrofiche. La situazione è critica, il livello di sofferenza è immenso e nonostante la situazione sia nota da quasi tre mesi, non si sta facendo abbastanza per aiutare chi sta lottando per sopravvivere” afferma Claire Nicolet, responsabile della risposta di emergenza di MSF in Sudan. “Con l’intensificarsi dei combattimenti, siamo estremamente preoccupati che sarà ancora più complicato far arrivare i tanto necessari aiuti internazionali che chiediamo. Inoltre, con l’avvicinarsi della stagione di magra, temiamo che nelle prossime settimane la crisi di malnutrizione, già molto grave, possa peggiorare rapidamente. La vita di centinaia di migliaia di persone era già in pericolo e il rischio continua ad aumentare. È imperativo che la risposta umanitaria sia incrementata rapidamente, affinché questa crisi non diventi una catastrofe. Perché ciò accada, è fondamentale che le parti in conflitto agiscano per consentire un accesso umanitario sicuro e la protezione dei civili”.

MSF ha già aumentato gli aiuti aprendo una seconda clinica, iscrivendo oltre 11mila bambini al suo programma di nutrizione e aprendo un ospedale da campo con 35 posti letto per trattare i casi più critici. Attualmente tutti i letti sono occupati e tra i pazienti ci sono 19 bambini con malnutrizione acuta grave e sospetto morbillo. MSF ha in programma di avviare una campagna di vaccinazione contro il morbillo e di ampliare le proprie attività per fornire supporto alle donne in gravidanza. Tuttavia, questo non è sufficiente a soddisfare i bisogni delle persone. Nel campo non viene fornita alcuna assistenza sanitaria aggiuntiva ed è fondamentale che questa venga ripristinata con urgenza.

“Non c’è dubbio che le sfide da affrontare per fornire assistenza umanitaria in Sudan siano enormi, ma è possibile farlo” afferma Nicolet di MSF. “Le restrizioni all’accesso umanitario, comprese le ostruzioni deliberate alla consegna degli aiuti da parte delle parti in conflitto, insieme all’insicurezza, hanno ostacolato in modo significativo la capacità delle organizzazioni umanitarie di aumentare la risposta. Ma la situazione è troppo critica perché questi problemi possano continuare a essere usati come scuse. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale devono fare di più per negoziare l’accesso delle agenzie Onu e delle Ong internazionali per aumentare l’assistenza a Zamzam”.

Le condizioni in cui vivono gli abitanti di Zamzam sono deplorevoli. Non ci sono state distribuzioni di cibo ufficiali nel campo da maggio 2023. Sebbene una manciata di camion dell’Onu abbia raggiunto El Fasher alcune settimane fa, nulla è arrivato a Zamzam fino fine aprile. Tuttavia, anche prima dello scoppio della guerra, la popolazione del campo riceveva pochissimo sostegno. Le razioni di cibo erano già drasticamente inferiori agli standard internazionali, l’acqua pulita era insufficiente e prima dell’apertura della clinica di MSF c’erano solo altre due strutture sanitarie nel campo, che ora funzionano a malapena.

“La situazione è terribile per tutti i residenti del campo e nell’ultimo anno è peggiorata in modo significativo. Per le migliaia di persone sfollate da Nyala, Tawila e altre zone di conflitto, la situazione è particolarmente grave. Molti sono arrivati a Zamzam senza nulla e vivono in scuole sovraffollate senza accesso a cibo e acqua. Tutti nel campo hanno bisogno di aiuto, ma i nuovi arrivati sono particolarmente vulnerabili. L’ultima escalation del conflitto ha aumentato il numero di persone sfollate, il che significa che potrebbe esserci ancora più richiesta per le già scarse risorse del campo” conclude Nicolet.

Una distribuzione alimentare efficace, che fornisca alle persone razioni sufficienti, è l’unica cosa che impedirà un ulteriore peggioramento della situazione. Con la stagione delle piogge in arrivo e l’assenza di strade asfaltate, sarà già difficile per i camion con gli aiuti umanitari raggiungere Zamzam. Questo rende ancora più urgente la consegna degli aiuti. Pur essendo consapevoli della gravità della situazione e nonostante gli allarmi sulla carestia lanciati dalle stesse agenzie dell’Onu, queste ultime stanno facendo troppo poco per evitare che la crisi di malnutrizione a Zamzam precipiti ulteriormente in una catastrofe.

 

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