Diritti

Suicidio nel carcere di Cremona. Vittima un marocchino 31enne

Un uomo di 31 anni, originario del Marocco, in carcere a Cremona per presunte rapina e violenza sessuale, si è impiccato ieri pomeriggio verso le 19.15 in una cella della Casa Circondariale. Lo denuncia uno dei sindacati di Polizia penitenziaria, la Uilpa, attraverso il segretario generale Gennarino De Fazio. Salgono così a 62 i gesti estremi compiuti da detenuti in Italia dall’inizio dell’anno: soltanto una settimana fa, un altro suicidio a Prato, compiuto da un 27enne italiano.

Il macabro conteggio, chiarisce De Fazio, è il “frutto di risultanze acquisite attraverso nostri canali informativi, autonomi e indipendenti, e che coordiniamo costantemente con RadioCarcere (Radio Radicale), Ristretti Orizzonti e altre associazioni indipendenti. D’altronde, sono ben 14 i decessi di cui, sotto un profilo strettamente tecnico-giuridico, non è stata accertata la causa e che ben potrebbero derivare da suicidio sommandosi al dato ufficiale”.

Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del SAPPE,  sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, aggiunge alcuni altri particolari sulle cause del gesto. Il 31enne “aveva sottratto un mestolo dalla cucina e aveva litigato con un altro detenuto, per questo era stato recentemente ripreso. Poi non è voluto rientrare in Sezione e ha attuato il gesto estremo, anche se sembrerebbe che abbia voluto fare un gesto dimostrativo ed invece è morto”.
“Spesso, questi eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri Agenti che devono intervenire”, afferma il segretario generale del Sappe Donato Capece. “Si tratta spesso di agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l’alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi”.

Condividi