I ministri dell’Ambiente Ue riuniti a Bruxelles hanno approvato a maggioranza qualificata la loro posizione negoziale sulla proposta di regolamento sugli imballaggi. L’Italia, come annunciato dal ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto, ha votato contro. A quanto si apprende, è l’unico Paese ad aver espresso voto contrario. Il via libera dei ministri al mandato negoziale apre la strada alle trattative interistituzionali, in gergo trilogo, per arrivare all’accordo finale.
Il testo approvato dai ministri, si legge in una nota del Consiglio Ue, “trova un equilibrio” tra “l’ambizione della proposta di ridurre e prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio” avanzata dalla Commissione europea “e la concessione agli Stati membri di una flessibilità sufficiente nell’attuazione del regolamento”. I ministri Ue hanno mantenuto il campo di applicazione della proposta originaria, coprendo tutti gli imballaggi.
Il Consiglio ha inoltre convenuto che le bustine di tè e le etichette adesive su frutta e verdura devono essere compostabili, introducendo la possibilità per i Paesi membri di richiedere che cialde di caffè e sacchetti di plastica leggera siano compostabili a condizioni specifiche. L’approccio generale approvato dal Consiglio fissa obiettivi principali generali per la riduzione dei rifiuti di imballaggio, sulla base delle quantità del 2018: -5% entro 2030, -10% entro il 2035 e -15% entro il 2040. Questi obiettivi saranno soggetti a una revisione da parte della Commissione otto anni dopo l’entrata in vigore del regolamento.
Obiettivi diversi si applicano ai grandi elettrodomestici, ad esempio imballaggi da trasporto per alimenti e bevande, bevande alcoliche e analcoliche (escluso il vino), imballaggi per il trasporto (esclusi quelli per merci pericolose, apparecchiature di grandi dimensioni e quelli flessibili a diretto contatto con gli alimenti). Anche gli imballaggi in cartone sono esentati dagli obblighi. Le nuove norme introducono anche restrizioni su alcuni formati di imballaggio, tra cui quelli in plastica monouso per frutta e verdura, alimenti e bevande, condimenti, salse nel settore Horeca e per piccoli prodotti cosmetici e da toeletta utilizzati nel settore ricettivo, come i flaconi di shampoo o le lozioni per il corpo.
“Abbiamo votato contro la proposta di regolamento Ue sugli imballaggi perchè non soddisfa assolutamente le esigenze del nostro Paese”. Lo ha detto il ministro per l’ambiente Gilberto Pichetto. L’Italia, ha poi aggiunto il ministro, auspica che durante i negoziati in sede di trilogo “prevalga la posizione” dell’ Europarlamento. Il governo respinge in particolare i vincoli rigidi e i target sul riuso contenuti nella posizione approvata oggi dal Consiglio. Inoltre, critica le disposizioni riguardanti il settore delle bevande su cui ha insistito molto la Germania. Disposizioni, ha osservato ancora il ministro, destinate ad agevolare le grandi imprese e a penalizare il sistema italiano delle Pmi, con il rischio di “incrinare l’equilibrio del mercato interno”.
L’Italia ritiene che restino “importanti criticità” nella proposta di regolamento Ue sugli imballaggi “e non si sia ancora stato trovato il giusto equilibrio”, aveva detto il ministro in sessione pubblica al Consiglio a Bruxelles. Le “linee rosse dell’Italia”, ha spiegato, riguardano “gli imballaggi compostabili”, le “restrizioni ad alcuni formati di imballaggio” e le misure su “riutilizzo e ricarica”. Consentire “deroghe sul riuso a chi dimostra un’alta percentuale di raccolta differenziata e riciclo potrebbe essere un passo verso un compromesso equilibrato”, ha indicato Pichetto.
“La nostra priorità è giungere ad un testo bilanciato che metta al centro le questioni ambientali, sociali ed economiche in modo giusto ed equo. Questa è d’altronde la posizione espressa anche dal Parlamento europeo”, ha evidenziato Pichetto, ricordando che la filiera industriale italiana degli imballaggi “è composta da centinaia di migliaia di aziende e investe molti settori produttivi”.
“Riteniamo però che permangano importanti criticità e non si sia ancora trovato il giusto equilibrio tra la necessità di misure ambiziose per la gestione sostenibile degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio; la fattibilità tecnica delle disposizioni chiave del regolamento; la valorizzazione dei sistemi in cui la raccolta differenziata, il riciclo e il ricorso all’uso di materia prima e seconda da riciclo sono efficaci; e il ruolo attivo dei punti vendita e dei consumatori che possano creare processi virtuosi di economia circolare da verificarsi con analisi Lca, lungo cioè tutto il ciclo di vita del prodotto”, ha osservato il ministro.
Il regolamento, ha ribadito ancora Pichetto, non è “lo strumento più idoneo per assicurare l’efficacia dell’applicazione dei principi”. Nel dettaglio, per quanto riguarda gli imballaggi compostabili, ha sottolineato il ministro l’Italia chiede: la valorizzazione del settore del packaging compostabile e biodegradabile “anche in linea a quanto deciso alla recente COP28 come alternativa alle plastiche tradizionali”; la salvaguardia di “formati di imballaggio che dimostrano un rendimento ambientale superiore nel ciclo di vita e/o ad alto tasso di raccolta differenziata o di riciclo” con “basata sull’evidenza e non su restrizioni a priori”; un “segnale di flessibilità, consentendo deroghe sul riuso a chi dimostra un’elevata percentuale di raccolta differenziata e di riciclo”.
L’Italia ribadisce “la necessità di giungere a obiettivi comuni senza ignorare le differenze tra gli Stati membri”, ha affermato il ministro, evidenziando la volontà di essere “costruttivi” su “un provvedimento che incide su una materia complessa per cittadini, aziende e ambiente e che deve avere il consenso più ampio possibile da parte degli Stati membri”. Altrimenti detto: l’Italia di Meloni, Salvini e Lollobrigida continua a battersi contro il progresso, la scienza e il buon senso.