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Caritas: povertà è fenomeno strutturale. Salari inadeguati, contratti deboli, diritti negati creano “lavoratori poveri”

Dopo quasi 30 anni dal primo Rapporto Caritas il fenomeno della povertà è stravolto. Si contano oltre 5 milioni di poveri assoluti (+357mila rispetto al 2021) pari al 9,7% della popolazione: uno su dieci non ha accesso a un livello di vita dignitoso.  Sono invece a rischio povertà ed esclusione sociale “14 milioni 304 mila persone, il 24,4% della popolazione”.

Senza Reddito di cittadinanza. Senza salario minimo. E chi nasce povero resti pure povero, anche se lavora. 

Il panorama è aggravato da “1,2 mln di minori in condizioni d’indigenza”. Si può essere in povertà pur avendo un lavoro. Salari inadeguati, contratti deboli, diritti negati creano “lavoratori poveri”. 

I poveri vivono soprattutto al Sud dove l’incidenza tocca il 13,3% (contro l’8,3% del Nord Ovest, l’8,8% del Nord Est, il 7,5% del Centro e l’11,3 % delle Isole) e nei piccoli centri urbani più che nella grandi metropoli. L’indigenza colpisce principalmente gli stranieri con un nucleo familiare ogni tre che ricade in questa condizione, a fronte di un’incidenza del 6,4%, ma anch’essa in crescita, tra le famiglie italiane. Gli stranieri, si legge nel rapporto, sono l’8,7% della popolazione ma il 30% dei poveri assoluti.

 
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