Cultura

Scopri “Dea tuda”, il magico Pegasus 24 da adottare

La narrazione del salvataggio del Baglietto 20 “Princess Giusy” doveva continuare con il resoconto del suo spostamento in un’area del cantiere dove attualmente si trova più idonea alla resinatura e alla verniciatura dello scafo, invece un evento drammatico ha scosso la nostra piccola comunità. Il Baglietto è una delle quattro imbarcazioni che, nel tempo, si è provveduto a salvare dal deterioramento del tempo e dell’incuria dei proprietari precedenti. Le altre tre navigano ormai da tempo nel Tirreno centrale. Una di queste è il “Dea tuda” uno splendido Pegasus di 24 metri che, fino alla scorsa settimana faceva bella mostra di sé nel piccolo porto di Policastro Bussentino nel magnifico litorale Cilentano.

Questa barca, perfettamente restaurata con le sue quattro cabine con relativi servizi, due cabine per l’equipaggio e una zona giorno accogliente il giorno 14 agosto mentre era in navigazione davanti a Marina di Camerota ha urtato un oggetto galleggiante che le ha prodotto una falla nella zona 909551-thumb-full-720-yacht (2)poppiera dalla quale ha cominciato ad entrare una copiosa quantità di acqua. Le pompe di sentina prontamente attivate non hanno potuto impedire che la barca cominciasse a perdere capacità di galleggiamento immergendo la poppa abbondantemente sotto la linea di galleggiamento. Il peso dei suoi due motori MAN D 2842 LVE da 1050 cv l’uno ha contribuito non poco alla perdita di galleggiamento. Prontamente avvertita la Capitaneria di porto, la barca veniva trainata all’interno del porto e assicurata ad una banchina anche con l’ausilio di fasce di sostegno che ne hanno impedito l’affondamento.

Al comando della barca quel giorno c’era Antonio Barbato. Chi ha seguito il racconto del recupero del “Priness Giusy” ricorderà che è la stessa persona che si sta occupando di coordinarne i lavori di ristrutturazione. Ovviamente questo è un ulteriore elemento di sovrapposizione tra i due progetti. Non solo alcuni dei soci del “Dea tuda” sono gli stessi del “Princess Giusy” ma manche il buon Antonio Barbato è impegnato su entrambe le unità. E’ inevitabile che i lavori sul Baglietto subiscano un ritardo, tanta è l’apprensione e lo sconcerto per le sorti del “Dea tuda”.

A proposito del destino di questa splendida unità ci sono diverse ipotesi. Intanto la barca, in questi giorni, è in via di riparazione provvisoria da parte di una unità di sub che ne sta garantendo il galleggiamento e, pertanto, la possibilità che l’imbarcazione possa essere trainata verso il porto di Castellammare di Stabia dove pensiamo di alarla in secca per la definitiva riparazione. Per effettuare il salvataggio dell’imbarcazione e scongiurare l’ipotesi peggiore, quella alla quale una parte dei soci non vuole arrendersi e cioè la sua demolizione però, servono risorse economiche che, al momento, risulta impegnativo reperire. I prossimi giorni diranno quale sarà il destino del “Dea tuda”, essere di nuovo messa nelle condizioni di navigare o arrendersi al peggiore dei destini per una qualsiasi imbarcazione più ancora per un vero e proprio gioiello come il Pegasus 24.

Sarebbe bello se qualche appassionato volesse unirsi in questa operazione che avrebbe un significato importante dal punto di vista della cultura nautica e un grande ritorno in termini di fruizione per chi la portasse a termine. Incrociamo le dita e speriamo. La prossima puntata di questa lunga narrazione ci dirà come è andata a finire e, sicuramente, ci aggiornerà sulla ripresa dei lavori sul Baglietto.

Condividi