La posizione di Guterres all’ONU (e la reazione di Israele) ha letteralmente stappato la diplomazia e rischia ora di far uscire allo scoperto non solo i dichiarati alleati di Hamas, ma anche quelli “ufficiosi” come la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco, membro della NATO, in un incontro coi membri del suo partito AKP ha detto:“Hamas non è un’organizzazione terroristica, ma un gruppo di liberazione e mujaheddin che lotta per proteggere le proprie terre e i propri cittadini“.
“Non abbiamo alcun problema con lo Stato di Israele, ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse da Israele e il modo in cui agisce come organizzazione piuttosto che come Stato, e non lo faremo”.
“Quasi la metà delle persone uccise negli attacchi israeliani a Gaza sono bambini. Anche questo dato dimostra che l’obiettivo è la brutalità premeditata nel commettere crimini contro l’umanità“
“Gli attacchi israeliani a Gaza sono una cosa che è indice sia di omicidio che di una malattia mentale”.
Infine, dopo aver insultato Netanyahu, Erdogan ha annunciato che non andrà in visita in Israele. Il 7 ottobre, esattamente come Hamas pianificava, è oggi un lontano ricordo. Il tempo della “mano pesante” tacitamente accordata ad Israele per reagire “a modo suo” è scaduto. Ora il cerchio intorno a Israele si sta stringendo e anche l’Occidente fatica ad approvare tout court le decisioni di Tel Aviv.
Oman: “Hamas è movimento di resistenza”
L’Oman riconosce Hamas come “movimento di resistenza” e non come organizzazione terroristica e ha chiesto una soluzione politica per porre fine alla violenza nella Striscia di Gaza.La dichiarazione del ministro degli Esteri omanista Albusaidi arriva dopo che il presidente turco ha definito “liberatori della Palestina” i miliziani di Hamas. In un incontro con i media europei, Albusaidi ha chiesto una soluzione a due Stati- Israele e Palestina- per una situazione cominciata 70 anni fa e “non il 7 ottobre. “Soluzione sia politica”.