Diritti

Accoltellato in carcere Derek Chauvin, l’assassino in divisa. Malattia mentale negata: il dramma di Alberto Scagni. Video della madre

Derek Chauvin, l’ex agente di polizia di Minneapolis condannato per l’omicidio di George Floyd nel 2020, è stato accoltellato in carcere federale da un altro detenuto. L’aggressione è avvenuta, ieri, all’Istituto Correttivo Federale di Tucson, in Arizona. Il carcere ha anche comunicato a riportare l’ordine sono stati alcuni agenti di polizia, che hanno anche effettuato “misure di salvataggio”. Chauvin è stato portato in un ospedale locale per ulteriori valutazioni e trattamenti.

L’episodio arriva a un anno di distanza da quando, nel novembre 2022, un detenuto della stessa prigione ha cercato di sparare alla testa di un visitatore. Chauvin è stato condannato a 21 anni per le accuse federali di violazione dei diritti civili e a un’altra pena di 22 anni per omicidio di secondo grado.

L’avvocato di Chauvin, Eric Nelson, ha già scritto in alcuni documenti presentati in tribunale lo scorso anno che il suo cliente dovrebbe essere sempre tenuto lontano dagli altri detenuti. L’ex poliziotto era stato trasferito in Arizona nell’agosto dell’anno scorso, dopo che in Minnesota era stato tenuto in isolamento per motivi di sicurezza.

Lui e altri tre colleghi erano intervenuti per arrestare Floyd accusato di aver tentato di smerciare una banconota falsa da venti dollari. Nonostante le suppliche di Floyd, che chiedeva di poter respirare, dopo essere stato immobilizzato a terra e con il collo pressato dal ginocchio dell’allora poliziotto, Chauvin non aveva allentato la presa. Secondo l’inchiesta, quella presa violenta e continua aveva determinato la crisi respiratoria e la morte di Floyd. Una volta in carcere, Chauvin è stato sottoposto a lungo a misure di controllo molto rigide, per evitare che potesse essere aggredito da detenuti afroamericani in cerca di vendetta. Ma i conti in cacere non si regolano solo negli Sates. Capita, non di rado, anche da noi. Specie quando nei gironi carcerari degli “asociali” finisce un grave malato di mente.

Alberto Scagni, l’uomo che ha ucciso la sorella Alice il primo maggio 2022 a Genova, è stato massacrato di botte da due detenuti maghrebini nella cella del carcere di Sanremo della sezione “detenuti protetti”.
Il magistrato di turno ha ordinato alla polizia penitenziaria l’intervento con l’utilizzo della forza e Scagni è stato salvato.
I due detenuti maghrebini sono stati arrestati per tentato omicidio e sequestro di persona. Scagni, che era già stato picchiato in carcere a Genova Marassi, è stato trasferito nel pronto soccorso di un ospedale ingauno in condizioni critiche. È in coma farmacologico, non rischia la vita. Lo hanno picchiato talmente forte, a mani nude, con uno sgabello e con una sedia, da spezzargli le ossa del viso. Avrebbero dovuto curarlo ma lo hanno fatto scoppiare e uccidere chi amava. Ma lo Stato che si è già detto innocente ora lo punisce in carcere dal 2022. Deve soffrire in cella, perché malato, 24 anni e 8 mesi.

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