“Mio figlio è a casa e io non posso mandarlo a scuola in mano a queste persone dopo quello che è accaduto, io chiedo giustizia e aiuto, perché queste persone non meritano di insegnare. Sono una madre disperata”. Sono le parole all’Agenzia stampa Italia della mamma di Luca (nome di fantasia), un bambino autistico di soli 6 anni insultato e preso di mira in una chat WhatsApp di maestre di una scuola di Roma.
“La storia risale alla fine di marzo – spiega la donna – quando vengo a conoscenza delle ‘prove’: l’ex insegnante all’autonomia che aveva in carico mio figlio fino a ottobre era venuto a conoscenza di questo gruppo di messaggistica e mi ha fatto leggere alcune conversazioni a tre tra la maestra di sostegno, l’insegnante di aula e la nuova insegnante all’autonomia. Queste hanno esultato addirittura alla notizia della positività al Covid di mio figlio“.
La mamma non ci ha visto più ed è andata nella scuola statale di Roma sud a parlare con una delle insegnanti coinvolte. “Era agitata, ci siamo incamminate verso la vicepresidenza e dopo sono andata dal vicepreside, ma ci hanno interrotto le forze dell’ordine che qualcuno nel frattempo ha chiamato. Loro mi hanno spiegato che girando conversazioni private potevo incorrere in un reato“, conclude la donna. A denunciare l’episodio era stata l’associazione “La battaglia di Andrea”, in prima linea per i diritti delle persone disabili.