Diritti, Politica

Centri in Albania, ActionAid: “L’accordo va fermato dal Parlamento”. Edi Rama al Pd: “Aiutare l’Italia sui migranti è giusto”

“In pieno rispetto del Pd italiano vorrei ripetere il mio unico punto di vista: cercare di aiutare l’Italia in questa situazione, dove nessuno in Europa sembra avere una soluzione condivisibile da tutti forse non è il massimo, ma è sicuramente il minimo che l’Albania deve e può fare! Se poi questo non è di sinistra in Italia, pazienza, sembra che non è neanche di destra in Albania. Forse è semplicemente giusto”. Lo scrive in un tweet il premier albanese, Edi Rama, commentando le indiscrezioni di stampa sull’intenzione del Pd di chiedere l’espulsione del partito socialista albanese dal Pse dopo l’intesa sui migranti.

L’accordo negoziato tra l’Italia e l’Albania in materia di gestione dei flussi migratori, che prevede la costruzione, in territorio albanese, di due centri in cui trasferire e detenere persone soccorse in mare da navi militari italiane, calpesta ancora una volta il diritto di asilo. Lo affermano in una nota i responsabili di Refugees Welcome Italia.

Queste misure, si legge ancora, non solo presentano diversi profili di illegalità, ma sono soprattutto disumane e difficilmente praticabili. Nel porto di Shengjin, come informano i responsabili, verrà costruito un hotspot per gestire gli sbarchi, l’identificazione e il primo soccorso. Nell’area di Gjader verrà invece costruita una struttura per l’accoglienza temporanea sul modello dei Centri per il rimpatrio (Cpr) presenti sul territorio nazionale. I due centri saranno utilizzati per esaminare, in 28-30 giorni, le richieste di asilo e per detenere coloro che si vedranno respinta la richiesta di protezione, in vista del rimpatrio nei paesi di origine.

La giurisdizione delle strutture dovrebbe essere italiana, mentre il controllo esterno sarà affidato alle autorità albanesi: un aspetto, questo, molto problematico, di difficile applicazione, nonché di difficile controllo. Il provvedimento – che secondo l’organizzazione per i diritti dei migranti si colloca nell’ormai consolidata strategia di esternalizzazione delle politiche migratorie dell’Italia e dell’Unione europea – ha l’obiettivo di impedire l’accesso al territorio europeo delle persone soccorse in mare da navi italiane, in modo da eludere l’applicazione del diritto internazionale e del diritto europeo in materia di protezione e asilo. Una misura punitiva e di contenimento che non farà altro che incrementare la sofferenza delle persone migranti e incidere negativamente sull’esercizio dei loro diritti e sul loro benessere personale, come diverse esperienze passate dimostrano.

Refugees Welcome Italia sostiene che, ancora una volta, le persone migranti vengono considerate come merci. La direttrice di Refugees Welcome Italia, Fabiana Musicco, dichiara: “Con i suoi profili di dubbia legittimità e praticabilità, questo accordo vuole solo perseguire una strategia di disumanizzazione delle persone migranti, contribuendo a diffondere un messaggio all’opinione pubblica: le persone non devono spostarsi, non ne hanno diritto, non li vedrete qui. Anziché migliorare il sistema di accoglienza e puntare alla coesione sociale, si punta a criminalizzare le migrazioni”.

Per l’organizzazione, particolarmente preoccupante sono la gestione extra-territoriale delle richieste di asilo e delle procedure di trattenimento e, in generale, l’applicabilità della giurisdizione italiana – e quindi delle leggi nazionali ed europee – in uno Stato al di fuori dell’Unione europea. I/le richiedenti asilo potrebbero essere sottoposti a detenzione automatica e prolungata e altre violazioni dei diritti umani, in un paese terzo e al di fuori di un effettivo controllo delle autorità giudiziarie italiane.

Non è ancora chiaro, si evidenzia ancora nella nota, in che modo l’Italia gestirà le richieste di asilo, come le persone migranti potranno accedere alla tutela legale da parte di avvocati italiani mentre sono in Albania e cosa succederà a coloro a cui non verrà riconosciuta la protezione internazionale attraverso una procedura accelerata di esame della domanda, in palese violazione delle norme interne ed europee che non prevedono procedure accelerate in frontiera al di fuori del territorio europeo. Non è precisato come avverranno i rimpatri, né chi se ne occuperà, considerando anche la mancanza di accordi di riammissione tra l’Albania e molti paesi di origine delle persone migranti. Non si comprende neppure quali saranno i criteri per “selezionare” le persone soccorse in mare dalle navi militari italiane, o per verificare l’età dei minori.

Refugees Welcome Italia solleva inoltre il tema dell’assegnazione automatica alle navi militari italiane di un porto distante, che potrebbe limitare ulteriormente le capacità di soccorso in mare, con ripercussioni sulla salute fisica e mentale delle persone soccorse, costrette a diversi giorni di navigazione, violando le norme che impongono lo sbarco nel porto sicuro più vicino.

L’organizzazione conclude che questo accordo presenterebbe, quindi, tutta una serie di problematiche legali, complessità logistiche e organizzative che ne rendono difficile l’applicazione. Si ribadisce pertanto che occorre rimettere al centro la dignità e i diritti di ogni essere umano. Le migrazioni sono un fenomeno strutturale da governare adottando soluzioni concordate a livello europeo e basate sul rispetto del diritto internazionale e del diritto europeo.

Refugees Welcome Italia conclude con un appello: “Chiediamo al governo italiano di rispettare i suoi obblighi in materia di asilo derivanti dal diritto internazionale ed europeo e chiediamo alla Commissione europea di vigilare affinché gli stati membri non violino l’insieme delle norme in materia di protezione internazionale”.

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