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Che tesoro il radicchio

Dal 1998 al 2013 la produzione è passata da 2.000 a 20.000 tonnellate, il prezzo medio da 2 a 2,80 euro e la produzione lorda da 4 a 56 milioni di euro. Sono i numeri del Radicchio Rosso di Treviso e del Variegato di Castelfranco, prodotti ricchi di fibre, sostanze minerali e antiossidanti.

La nascita di questo alimento è avvolta in un’aura di mistero. La sua antenata, la cicoria selvatica, è una specie spontanea nota da sempre. Solamente sul finire dell’Ottocento ci si accorse che, tramite particolari accorgimenti per conservarla meglio, poteva diventare un prezioso ortaggio sino a trasformarsi nel pregiato e famoso prodotto che è oggi. La sua coltivazione è quindi frutto di una tradizione che affonda nei secoli.

La versione più accreditata sulla storia del radicchio è quella che vede protagonista l’architetto di giardini belga Francesco Van Den Borre che, giunto in Veneto nel 1860, fu il primo a portare nella zona del Trevigiano la tecnica di imbianchimento già in uso per le cicorie belghe. Un’altra ipotesi è che il radicchio nacque quasi per caso grazie all’opera di alcuni contadini del luogo che, conservando d’inverno le cicorie dei campi nelle stalle, si accorsero di quanto fossero buone e croccanti, decidendo così di dare il via a questa nuova coltura.

I due tipi di radicchio, quello Rosso di Treviso e il radicchio Variegato di Castelfranco, hanno ottenuto l’Indicazione geografica protetta (Igp) nel 1 luglio del 1996.

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