Cultura

Covid-19, calano le fake news

Pandemia: “Una pandemia è una malattia epidemica che, diffondendosi rapidamente tra le persone, si espande in vaste aree geografiche su scala planetaria, coinvolgendo di conseguenza gran parte della popolazione mondiale, nella malattia stessa o nel semplice rischio di contrarla.”

A leggerla così sembra una cosa da niente, una sorta di gramigna un po’ difficile da sradicare. L’hanno pensata in questo modo in tanti, da Johnson a Trump, da Kjell Stefan Löfven a Shinzō Abe salvo poi allinearsi alle direttive che venivano dal mondo scientifico.

La Londra dell’immunità di gregge è ridotta ad un deserto post moderno con il suo Primo ministro in unità intensiva così come la Tokyo protetta dall’Avigon secondo il mirabolante farmacista toscano in trasferta, l’ennesimo oracolo che usa pezzetti di verità scientifica per confezionare panacee universali.

Da qualche giorno a questa parte, sarà una mia sensazione, vedo girare meno messaggi sia sugli indirizzi personali di mail e Whatsap e sugli altri social che propagandano le teorie complottiste più stravaganti. Non si legge più dei giochi militari che si sono svolti a Wuhan lo scorso ottobre e che sarebbero stati l’occasione per la spectre, questa sorta di Special Executive for Counter-intelligence statunitense, per introdurre il Covid-19 in Cina al fine di sabotarne l’economia.

Dovrebbero andare a spiegarlo agli economisti nord americani intenti a fronteggiare il peggior tonfo di sempre della loro borsa. Ovviamente i più grandi fondi di investimento del mondo Vangard, l’onnipresente BlackRock, l’immarcescibile J. P. Morgann, i fondi sovrani arabi ecc avevano già avuto notizia del sabotaggio e si erano premuniti investendo miliardi di dollari su un crollo della borsa a primavera.

Peccato che gli analisti più attenti erano mesi che segnalavano la crescita esponenziale della bolla speculativa a fronte di una economia in decrescita costante a causa anche dei dazi imposti dal prode Trump (adesso è corso ad annullare il provvedimento per facilitare l’acquisto dalla Cina di materiale sanitario).

Sarebbe bastato leggere i report pubblicati da mesi sui vari Financial Time, Wall Street Journal ed anche i nostri Italia Finanze o semplicemente le pagine di economia di Repubblica per rendersi conto che l’allarme su un tracolle imminente era già stato previsto perché una borsa che cresce e una economia che scende prima o poi la bolla finanziaria la fa scoppiare.

Su YouTube, Jordan Sather, uno degli autori social di post “complottisti” ha annunciato ai suoi numerosi seguaci che “il coronavirus è una nuova malattia pianificata a tavolino per aiutare le case produttrici di vaccini”.

Sembrano anche sparite le teorie parascientifiche come quelle che proponevano vitamina D e C come antidoto al Codiv-19. Non che queste vitamine non possano aiutare il sistema immunitario ma certo spacciarle come rimedio contro il virus quando la pandemia è già in corso sembra quanto meno maldestro. La minestra d’aglio che può farci guarire dal coronavirus. L’attenzione suggerita ai pacchi dalla Cina possono portare il virus.

Su WhatsApp girava un testo attribuito ad un’ematologa del sito ALT, una onlus di Milano che si occupa di prevenzione della trombosi e altre malattie cardiovascolari, che riportava “illuminati” consigli di prevenzione suggeriti da un fantomatico “giovane ricercatore” volato a Wuhan per (così si legge): “collaborare con la task force che sta combattendo contro l’epidemia da Coronavirus”.

“Il virus non resiste al calore e muore se esposto a temperature di 26-27 gradi: quindi consumate spesso durante il giorno bevande calde come the, tisane e brodo, o semplicemente acqua calda”. Peccato che il nostro corpo ha già una temperatura intorno ai 37 gradi dentro il quale il Codiv-19 vive e si riproduce comodamente.

Ormai si propone qualsiasi rimedio, scientifico e non. D’altra parte siamo il Paese dove il capo dell’opposizione chiede che le chiese a Pasqua siano aperte, idea bislacca ma non isolata (vedi l’altro Matteo) non fosse che l’ha giustificata con una frase che emana un inconfondibile tanfo di zolfo “Perché la scienza da sola non ce la può fare”. Siamo ai riti millenaristici, alle processioni contro la fine del mondo dell’anno 999, se andiamo avanti così il prossimo a sentirsi autorizzato a dire la sua, in questo ritorno al Medioevo, sarà il Mago di Arcella.

E poi c’è la realtà delle vittime, delle città deserte, della lotta contro il tempo di medici e infermieri diventati eroi, gli stessi presi a male parole quando va bene, a pugni e a schiaffi quando le parole sono ritenute non abbastanza nei pronto soccorso e nelle corsie fino all’altro ieri.

Si soffre e si combatte, non tutti allo stesso modo. C’è chi può permettersi di postare sui soliti social video e foto divertenti, narrazioni di ardite imprese culinarie e chi, come nei bassi napoletani, sopravvive in tanti in pochi metri quadrati di “casa”. C’è chi può avvalersi di un efficiente sistema sanitario e chi, come in Equador è costretto, dalla disperazione, ad incendiare i cadaveri in strada come nella Milano del 1630. Si perché anche questo virus democratico che colpisce tutti dall’eterno erede al trono all’ultimo dei disgraziati alla fine ripete l’altrettanto eterno clichè delle differenze di classe.

La narrazione confusa di questo momento sospeso della nostra vita rispecchia la confusione della situazione in Italia e nel mondo. Tra le tante cose che dovremo fare quando tutto questo sarà finito (se mai finirà completamente) sarà anche mettere ordine nelle idee, nelle parole. Dare alla scienza il valore che deve avere e che merita e archiviare definitivamente, se mai ne saremo capaci, le tante, troppe idee bislacche che in nome della libertà di espressione (o se volete del “uno vale uno”) ci sono state propinate in queste lunghe settimane.
Ph: Paolo Cipriani

 

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