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Disoccupazione: cala nell’Eurozona, ma aumenta in Italia

Gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, l’agenzia statistica ufficiale dell’Unione europea, lasciano intravedere timidi segnali di ripresa nei Paesi Ue, anche se la situazione varia molto da zona a zona. Nell’Europa dei 28 il tasso di disoccupazione è passato dal 10,4% di aprile al 10,3% di maggio. Nei 18 Paesi che hanno adottato la moneta unica, invece, è rimasto stabile attestandosi sull’11,6%, mentre è calato dello 0,4% rispetto a maggio dell’anno precedente.

In Italia, però, il numero dei senza lavoro è aumentato ancora. Il nostro Paese è uno di quelli in cui il tasso di disoccupazione è cresciuto di più su base annua. Nel maggio 2013 era pari al 12,1%, mentre a maggio di quest’anno ha raggiunto quota 12,6%. Non va meglio per i giovani: la percentuale dei disoccupati in questo caso ha toccato il 43%.

Per quanto riguarda i nostri vicini di casa lo Stato con il tasso di disoccupazione più alto è ancora una volta la Grecia con il suo 26,8%. Seguono Spagna (25,1%) e Croazia (16,3%). I Paesi dove il tasso dei senza lavoro è più basso sono invece Austria (4,7%) e Germania (5,1%).

“La disoccupazione in Europa continua a diminuire lentamente ma, come mostrano i dati, quella di lunga durata è ancora in aumento e la situazione delle famiglie a basso reddito non è migliorata – ha commentato László Andor, Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione – Una lieve ripresa c’è, ma molte persone sono state lasciate indietro”.

Secondo il Commissario “gli Stati membri dovrebbero fare di più per sostenere la creazione di posti di lavoro, in particolare attraverso politiche attive del mercato del lavoro e attraverso maggiori investimenti sociali, compresa la garanzia per i giovani”. “Potremo davvero parlare di ripresa – ha concluso Andor – quando l’economia europea riuscirà a creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro ogni mese su una base sostenuta e inizierà a fare progressi visibili verso l’obiettivo di occupazione del 75% previsto dalla Strategia Europa 2020”.

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