Mondo

Gaza, a rischio il lavoro dei giornalisti scollegati dal resto del mondo

Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) è fortemente allarmato dalle diffuse notizie di un blackout delle comunicazioni a Gaza a causa della carenza di carburante. Il Cpj chiede urgentemente ai governi israeliano ed egiziano di consentire l’assistenza umanitaria, compreso il carburante, per ricollegare i giornalisti di Gaza con il mondo.

In uno sviluppo profondamente preoccupante, il Gruppo Paltel (la società madre dei fornitori di servizi Internet palestinesi Paltel, Jawwal e Hadara), tra i pochi fornitori di servizi rimasti operativi a Gaza, ha annunciato una chiusura completa dei servizi di comunicazione in tutta la Striscia di Gaza, secondo ABC Notizie e BBC . Questa interruzione, direttamente attribuita a una grave carenza di carburante, mette a repentaglio la connettività Internet e telefonica, ponendo un rischio estremo per la vita dei giornalisti che lavorano a Gaza e per la loro copertura, secondo le stesse fonti.

Dall’inizio della guerra tra Israele e Gaza, Gaza ha vissuto tre grandi blackout delle comunicazioni, ciascuno della durata di 24-48 ore: dal 27 ottobre al 29 ottobre, dal 31 ottobre al 1 novembre e dal 5 al 6 novembre.

Nel complesso, secondo Access Now, nel mese di ottobre il traffico internet in tutta Gaza è diminuito di oltre l’80%. Tuttavia, secondo Access Now e Amnesty International , questo particolare blackout delle comunicazioni potrebbe persistere indefinitamente a meno che il carburante non venga autorizzato a Gaza.

Secondo i rapporti, le precedenti chiusure di Internet hanno interrotto la copertura mediatica e traumatizzato i giornalisti a Gaza e le loro controparti in tutto il mondo dopo aver perso i contatti con i loro colleghi. Canali mediatici locali e internazionali hanno riferito che la chiusura ha impedito alle testate giornalistiche di raggiungere i giornalisti sul posto, ostacolando gravemente la loro capacità di coprire la guerra. I giornalisti freelance che utilizzano i loro account sui social media per coprire la copertura della guerra sono particolarmente vulnerabili poiché non dispongono del supporto istituzionale per garantire la loro sicurezza e amplificare la loro voce.

“Trattenendo il carburante da Gaza, il governo israeliano sta impedendo ai giornalisti di Gaza di fornire al mondo aggiornamenti sulla guerra, lasciando la comunità internazionale vulnerabile alla propaganda mortale, alla disinformazione e alla disinformazione”, ha affermato Sherif Mansour, Medio Oriente e Nord Africa del Cpj. coordinatore del programma. “I governi israeliano ed egiziano devono consentire immediatamente l’ingresso di carburante nella Striscia di Gaza come parte dell’assistenza umanitaria essenziale necessaria nella regione”.

Il Cpj aveva precedentemente espresso profonda preoccupazione per l’interruzione delle comunicazioni il 27 ottobre e, insieme a oltre 200 organizzazioni, aveva chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario Generale delle Nazioni Unite e a tutti i leader mondiali di facilitare un cessate il fuoco umanitario immediato e consentire la consegna di aiuti umanitari. assistenza umanitaria a Gaza. L’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) delle Nazioni Unite ha chiesto la “protezione delle infrastrutture di telecomunicazione e il diritto essenziale alla comunicazione”.

Condividi