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Gaza, attacco aereo vicino ingresso ospedale Nasser. Leo Cans, capomissione MSF in Palestina: “La situazione è catastrofica”

L’agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno venti persone, per la maggior parte donne e bambini, sono state uccise in bombardamenti israeliani che nella tarda serata di ieri hanno colpito un’abitazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
L’emittente araba Al Jazeera ha diffuso un video che mostra l’arrivo dei cadaveri di tre bambini all’ospedale El-Najar di Rafah dopo il bombardamento. In un altro filmato delle stesse ore di vede un altro bambino che viene curato per ferite alla testa nello stesso nosocomio. Secondo il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas, il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’offensiva israeliana il 7 ottobre scorso è di almeno 24.450 morti e 61.500 feriti.

Secondo quanto riportato da un chirurgo di Medici Senza Frontiere (MSF) all’ospedale Nasser a Khan Younis, la scorsa notte le forze israeliane hanno bombardato pesantemente l’area vicina all’ospedale senza alcun ordine di evacuazione, facendo fuggire nel panico i pazienti e molte delle migliaia di civili sfollati che avevano cercato rifugio a Nasser.

“La situazione è catastrofica. Ci sono troppi pazienti che il personale non è in grado di gestire” ha dichiarato Leo Cans, capomissione di MSF per la Palestina, ieri durante una visita all’ospedale Nasser, attualmente la più grande struttura sanitaria funzionante di Gaza, che sta operando al 300% della capacità.

“I combattimenti sono molto vicini a noi. Sentiamo molti bombardamenti e molti spari” ha detto Cans durante la sua visita all’ospedale. “C’è stato un attacco aereo (15 gennaio) a 150 metri dall’ingresso dell’ospedale che ha ucciso otto persone e ne ha ferite più di 80”.

All’ospedale Nasser, MSF fornisce cure d’emergenza e trattamenti chirurgici ai pazienti, compresi quelli con lesioni traumatiche e gravi ustioni. Le attività sono state significativamente ridotte da dicembre a causa degli intensi bombardamenti intorno alla struttura.

MSF è preoccupata per la sicurezza dell’ospedale Nasser, del suo personale e dei suoi pazienti e chiede la protezione di tutte le strutture mediche e il libero accesso e la fornitura di assistenza sanitaria sia per i civili che per gli operatori umanitari.

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