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Haiti, MSF: “Facilitare subito l’ingresso di forniture mediche”

L’intensificarsi delle violenze nella capitale haitiana Port-au-Prince e la conseguente chiusura dell’aeroporto e dei porti, ha messo in grave difficoltà le attività mediche di Medici Senza Frontiere (MSF), che dalla metà di marzo non riesce ad importare forniture. Il sistema sanitario del paese è stato duramente colpito e la popolazione è priva di servizi medici essenziali. MSF chiede con urgenza ai gruppi armati coinvolti nei combattimenti e alle autorità doganali di facilitare la consegna di forniture mediche alla popolazione civile.

“Se non riceviamo le forniture mediche nelle prossime due settimane, saremo costretti a ridurre drasticamente le nostre operazioni” afferma Mumuza Muhindo Musubaho, capomissione di MSF ad Haiti. “A causa dell’aumento dei feriti abbiamo dovuto incrementare le nostre attività così come il consumo di farmaci, ma ora purtroppo le forniture iniziano a scarseggiare”.

Più di 30 centri medici e ospedali hanno chiuso – tra cui la struttura più grande del paese l’Hôpital de l’Université d’État d’Haïti – a causa di atti di vandalismo, saccheggi o perché situati in aree non sicure. La chiusura dell’aeroporto e dei porti a partire da febbraio ha lasciato le strutture mediche di MSF gravemente a corto di forniture. “In questa situazione di emergenza, le procedure doganali devono essere più flessibili, in modo che i farmaci e le altre forniture possano essere consegnati il più rapidamente possibile” continua Mumuza Muhindo Musubaho di MSF. “Nonostante la recente riapertura dell’aeroporto di Port-au-Prince, è necessaria una più ampia cooperazione per accelerare le procedure doganali”.

Mentre i rifornimenti di MSF e degli altri attori sanitari diventano sempre più scarsi, la popolazione ha urgenti bisogni medici e umanitari. Le persone con malattie croniche, come la tubercolosi e l’HIV, sono ad alto rischio di peggioramento a causa della mancanza di accesso ai servizi medici e ai farmaci salvavita. A Port-au-Prince, nei siti dove si sono rifugiate le persone sfollate, aumenta il rischio di malattie trasmesse dall’acqua, come il colera, per le scarse condizioni igieniche.

All’ospedale di MSF a Carrefour, aperto a marzo per rispondere all’aumento delle violenze, le forniture inizialmente sufficienti per sei mesi si stanno rapidamente riducendo a causa dell’aumento dei pazienti. “In questo contesto, tutto diventa una sfida. Anche comprare la carta per i referti medici è un grosso problema in questi giorni” spiega Jean Baptiste Goasglas, coordinatore del progetto di MSF.

Tra marzo e aprile, in tutto il paese i team di MSF hanno effettuato 9.025 visite ambulatoriali, trattato 4.966 casi urgenti, tra cui 869 pazienti feriti da proiettili e 742 vittime di incidenti stradali, e hanno ricoverato all’ospedale di Tabarre 99 pazienti gravemente ustionati, metà dei quali erano bambini.

Nell’attuale stato di emergenza, mentre gli ospedali continuano a chiudere e a ridurre i servizi, MSF esorta le autorità a semplificare le procedure doganali e chiede a tutte le parti di facilitare il trasporto sicuro di materiale alle strutture mediche per curare i pazienti.

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