Diritti

I procuratori del Burundi chiedono una condanna a dodici anni di carcere per la giornalista Sandra Muhoza

I procuratori del Burundi hanno chiesto una condanna a dodici anni di carcere per la giornalista Sandra Muhoza, detenuta da sette mesi con l’accusa di aver minato l’integrità del territorio nazionale del Burundi e di aver incitato all’odio etnico.

Le accuse contro Muhoza, una reporter del quotidiano online privato La Nova Burundi, sono collegate ai messaggi che ha inviato in un gruppo WhatsApp di giornalisti in cui si discuteva della presunta distribuzione di machete in alcune parti del paese. Un verdetto nel suo caso è previsto per dicembre 2024.

“È profondamente ingiusto che Sandra Muhoza affronti oltre un decennio di carcere per i commenti fatti in un gruppo WhatsApp. Sfortunatamente, il suo caso è in linea con la storia del Burundi di usare accuse anti-stato infondate per imprigionare giornalisti”, ha affermato il coordinatore del programma Africa del CPJ Muthoki Mumo. “Le autorità del Burundi devono rilasciare incondizionatamente Sandra Muhoza e desistere dal criminalizzare il semplice atto di essere un giornalista”.

Il personale dell’intelligence ha arrestato Muhoza il 13 aprile nella provincia settentrionale di Ngozi mentre incontrava un uomo d’affari affiliato al partito al governo per un’intervista , secondo due persone a conoscenza del suo caso che hanno parlato al CPJ a condizione di mantenere l’anonimato, citando il timore di ritorsioni. Attualmente è detenuta in una prigione nella capitale del paese, Bujumbura.

Le e-mail del CPJ al Ministero della Giustizia del Burundi e i messaggi tramite app inviati a Domine Banyankimbona, Ministro della Giustizia, Pierre Nkurikiye, portavoce del Ministero dell’Interno, Agnès Bagiricenge, portavoce dell’ufficio del Procuratore generale e Jérôme Niyonzima, portavoce del governo, non hanno ricevuto risposta.

Nel 2020, le autorità hanno condannato quattro giornalisti dell’emittente indipendente Iwacu a 2 anni e mezzo di prigione con l’accusa di aver minato la sicurezza nazionale e, nel 2023, hanno condannato la giornalista online Floriane Irangabiye a 10 anni di prigione con l’accusa di aver minato l’integrità del territorio nazionale. I giornalisti sono stati rilasciati in anticipo in seguito alla grazia presidenziale.

 

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