Mentre il Sassuolo ospita la Roma a Reggio Emilia con la certezza non ancora aritmetica della seconda permanenza consecutiva in Serie A, da ieri anche la piccola città di Carpi (la più grande cittadina della provincia di Modena con oltre 70mila abitanti) fa il suo ingresso ufficiale nel calcio che conta, festeggiando una più che meritata promozione quando mancano ancora quattro giornate alla fine del lunghissimo campionato cadetto. Questo dicono i numeri: 75 punti in 38 gare (21 vittorie, 12 pareggi, 5 sconfitte); miglior difesa (25 reti subite) e secondo miglior attacco (57 gol fatti, solo il Pescara ha segnato di più).
Il Carpi ha fatto cinque salti di categoria: nel 2002 era in Eccellenza. Nel 2010 è salito dai dilettanti (Serie D) al professionismo. Poi il successo nella Seconda Divisione (la vecchia Serie C2) l’anno successivo (2011) e la promozione in Serie B nella stagione 2012-2013, vincendo la finale play-off contro il Lecce. Ieri il sogno della Serie A è diventato realtà, dopo una buona passata stagione tra i cadetti (12° posto). Tre anni fa un forte terremoto ha scosso tutta la zona e provocato milioni di danni alle numerose aziende presenti sul territorio, ma il lavoro (in tutti i sensi) è proseguito. Con l’organizzazione e le capacità umane, tutto è possibile.
Il tecnico Fabrizio Castori (9 promozioni in carriera) ha definito Carpi il capolavoro della sua carriera. Nato a San Severino Marche l’11 luglio del 1954, ha fatto il ragioniere prima di una lunga gavetta come allenatore sia nei dilettanti (ha guidato diverse formazioni marchigiane tra cui il Tolentino) che nei professionisti (dopo Lanciano ha allenato Castel di Sangro, Cesena, Salernitana, Piacenza, Ascoli, Varese e Reggina). Dopo l’esonero alla Reggina, stava per trasferirsi in Ucraina, ma è scoppiata la guerra ed è cambiato il suo destino.
L’allenatore del Carpi, intervistato dopo il pareggio casalingo col Bari (0-0) che è valso il trionfo di ieri sera, ha elogiato i suoi in gruppo facendo un’eccezione per Gabriel Vasconcelos Ferreira, portiere brasiliano classe ’92 in prestito dal Milan, pronosticandogli un grande futuro. Ma pure l’attaccante nigeriano di Lagos (’92) Jerry Uche Mbakogu (29 presenze, 14 gol in campionato), i centrocampisti Raffaele Bianco (33 presenze, 2 gol), Antonio Di Gaudio (33 presenze, 8 gol), Lorenzo Pasciuti (31 presenze, 3 gol) e i difensori Gagliolo (32 presenze, 5 gol), Letizia (32 presenze, 1 gol) e Struna (35 presenze, 1 gol) sono stati determinanti per la promozione in A.
Nei mesi scorsi hanno fatto molto discutere le dichiarazioni di Claudio Lotito sulla convenienza economica della partecipazione alla massima serie di squadre come il Carpi o il Frosinone, che grazie alla vittoria in trasferta sulla Ternana occupa oggi il secondo posto in classifica, che varrebbe la promozione diretta. Il problema è lo scarso appeal delle squadre dal ridotto bacino d’utenza ed è sempre stato così: piazze come Firenze, Napoli o Palermo hanno interessato storicamente tanti personaggi del mondo del calcio, della politica e della finanza, pronti a dare una mano e qualcosa di più per una loro immediata risalita.