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In Svizzera c’è grossa dipendenza

A Ginevra da un paio d’anni il crack si è diffuso in maniera esponenziale e oggi la rete di servizi per la tutela delle persone tossicodipendenti allestista dalla città non è più in grado di accogliere tutti coloro che consumano questa droga.

Tra il 2021 e il 2022, il numero di persone che fanno uso di crack (stupefacente sintetizzato dalla cocaina) a Ginevra è raddoppiato, stando a uno studio pubblicato a maggio dal Cantone. Una delle ragioni, spiega lunedì al quotidiano Le Temps Frank Zobel, vicedirettore della fondazione Dipendenze Svizzera e coautore della ricerca, è la maggiore presenza di spacciatori che vendono piccole dosi a prezzi molto bassi, spesso addirittura inferiori ai 10 franchi.

Questa esplosione del numero di consumatori sta causando grossi grattacapi alle istituzioni che si occupano di assistere le persone tossicodipendenti e che non hanno ormai più posti a disposizione. Ad esempio, “Quai 9”, il locale ginevrino adibito al consumo di droga controllato, ha recentemente annunciato che non sarà più in grado di accogliere chi consuma crack, dopo aver registrato 17’000 visite nel 2022.

Oltre ad avere pesanti effetti su chi ne fa uso – “coloro che lo assumono si scordano di mangiare, bere e dormire”, spiega Zobel – questa forte diffusione del crack ha effetti nefasti sulla sicurezza pubblica. In alcune zone della città, in particolare nel quartiere dei Pâquis, la presenza di molte persone tossicodipendenti sta causando seri problemi alla popolazione.

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