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Israele estende l’operazione a Rafah. Rapporto Usa: Israele viola diritto, l’Italia nicchia. Cnn: “Palestinesi torturati nel deserto”. Netanyahu: “Pronti per l’attacco finale”

Israele ha probabilmente violato il diritto umanitario internazionale a Gaza impiegando le armi fornite dagli Usa, ma le condizioni di guerra sul terreno impediscono di determinare con certezza le violazioni. Così un rapporto del Dipartimento di Stato consegnato al Congresso, dove si legge che ci sono “prove ragionevoli” per parlare di tali violazioni. Le conclusioni del rapporto, per quanto non definitive, rappresentano finora la critica più marcata a Israele da parte dell’amministrazione Biden sulla guerra

La Francia ha chiesto a Israele di cessare “senza indugio” l’operazione militare a Rafah, che rischia di creare una “situazione catastrofica” per la popolazione della Striscia di Gaza, “già sfollata in più occasioni”. Lo ha detto il ministero degli Esteri in un comunicato diffuso su X. “Chiediamo alle autorità israeliane di riprendere la strada dei negoziati,unica via possibile per arrivare alla liberazione immediata degli ostaggi e ottenere un cessate il fuoco durevole”, si legge nella nota.

L’esercito israeliano ha chiesto alla popolazione di altri quartieri della città di Rafah di evacuare le loro abitazioni, utilizzando anche volantini in arabo, mentre si intensificano i combattimenti nella città più a sud della Striscia di Gaza.

Il portavoce in arabo dell’Idf, Avitai Adraee, ha diffuso una lista di nuove zone da evacuare in aggiunta e diverse da quelle orientali indicate la scorsa settimana. Le nuova zone da evacuare riguardano i campi di Shaboura e i quartieri di Geneina e Khirbat al-Adas.

L’Italia di Meloni astenuta come la Germania, a differenza di Francia, Spagna, Belgio, Danimarca, Grecia, Norvegia, Portogallo che votano sì. A votare contro restano Israele, Stati Uniti, la Repubblica Ceca, l’Argentina di Milei e l’Ungheria di Orban.

L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato, come anticipato da molti, una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. «È un dono ad Hamas, l’Hitler del 21mo secolo» dice Gilad Erdan, ambasciatore di Israele all’Onu. La risoluzione ora torna al Consiglio di sicurezza, dove gli Stati Uniti metteranno il veto. L’Italia di Meloni astenuta come la Germania, a differenza di Francia, Spagna, Belgio, Danimarca, Grecia, Norvegia, Portogallo che votano sì. A votare contro, come vorrebbero le lobby del “centro liberale” italiano, restano Israele, Stati Uniti, la Repubblica Ceca, l’Argentina di Milei e l’Ungheria di Orban. Il tratto che li accomuna: il rigetto dell’immigrazione musulmano-araba e/o la sudditanza a Washington. Una Unione Europea dove i Paesi “boomer”, arroccati e paranoici su questo tema sono sempre più minoranza.

Tre informatori israeliani che hanno lavorato nel centro di detenzione di Sde Teiman, nel deserto del Negev, a circa 30 chilometri dalla Striscia di Gaza, hanno rivelato le torture subite dai prigionieri palestinesi. Secondo un’inchiesta dell’emittente statunitense Cnn, un ex medico dell’ospedale da campo della struttura ha detto: “Li hanno spogliati di tutto ciò che assomiglia a un essere umano”. Stando a quanto rivelato dalle fonti, i medici del centro hanno amputato gli arti dei prigionieri a causa delle ferite subite perché costantemente in manette o sono state eseguite procedure mediche da persone senza le competenze adeguate. Secondo i resoconti la struttura è divisa in due parti: recinti dove circa 70 detenuti palestinesi di Gaza sono sottoposti a estrema costrizione fisica, e un ospedale da campo dove i detenuti feriti sono legati ai loro letti, indossano pannolini e si nutrono attraverso cannucce.

“I pestaggi non erano fatti per raccogliere informazioni. Sono stati fatti per vendetta”, ha detto uno degli informatori all’emittente statunitense, aggiungendo che “è stata una punizione per quello che hanno fatto (i palestinesi) il 7 ottobre e una punizione per il comportamento nel campo”. Rapporti di abusi a Sde Teiman sono già emersi nei media israeliani e arabi dopo le proteste dei gruppi per i diritti umani per le condizioni delle carceri. “Questa rara testimonianza di dipendenti israeliani della struttura getta ulteriore luce sulla condotta di Israele nella guerra a Gaza, con nuove accuse di maltrattamenti- commenta “Cnn” – e mette in dubbio le ripetute affermazioni del governo israeliano, che sostiene di agire in conformità con le pratiche e le leggi internazionali accettate”. Le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno negato qualsiasi irregolarità, affermando: “Garantiamo una condotta adeguata nei confronti dei detenuti in nostra custodia. Qualsiasi accusa di cattiva condotta viene esaminata e trattata di conseguenza”.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto che “la situazione a Rafah ha raggiunto il baratro e stiamo lavorando con tutte le parti per portare aiuti nella Striscia di Gaza”.

L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor lamenta che l’annuncio dell’Amministrazione statunitense secondo cui l’operazione militare israeliana a Rafah sia “limitata” è fuorviante e sminuisce la vita dei civili. “I civili palestinesi stanno pagando un prezzo pesante a causa dell’attacco sionista a Rafah, che continua per il quarto giorno consecutivo, tra il sostegno americano e il silenzio globale”. EMHRM ha continuato affermando: “Abbiamo documentato che il bilancio delle vittime dell’attacco israeliano a Rafah dall’inizio di questo mese è salito a 97 morti, tra cui 35 bambini e 17 donne, la maggior parte dei quali dall’inizio dell’incursione di terra e dell’occupazione del valico di Rafah”.

Dalla Casa Bianca – riporta la Reuters – giunge notizia che Biden ha ordinato alla sua squadra di continuare a lavorare con Israele per sconfiggere definitivamente Hamas e il ministro degli Esteri britannico, David Camerun ha dichiarato: “Continueremo con le procedure per autorizzare la vendita di armi a Israele”

Nel pomeriggio del 10 maggio il gabinetto di guerra israeliano ha approvato, secondo Axios, un’espansione delle operazioni nel settore di Rafah. Al momento la zona est è quella più calda. Secondo Reuters il primo Ministro, Benjamin Netanyahu riferisce nel giorno della memoria dei militari israeliani che: “ Abbiamo perso centinaia di soldati”, nell’attuale conflitto contro Hamas.

Le Forze nazionali e islamiche palestinesi in una nota hanno riferito: “Chiediamo al popolo della Cisgiordania, di Gerusalemme e dei territori occupati di organizzare una rivolta di massa per salvare Rafah dalla guerra di sterminio”.

Il portavoce dell’IDF, contrammiraglio Daniel Hagar ha riferito che: “Nel sud della Striscia di Gaza, nella zona orientale di Rafah, le forze della 162Divisione continuano ad operare contro obiettivi di Hamas e il contrabbando di armi nella zona orientale di Rafah. Questa attività conferma l’intelligence di cui disponevamo: Hamas ha utilizzato l’area del valico di Rafah per gli attacchi. Abbiamo trovato diversi pozzi di tunnel di Hamas nell’area, che stiamo attualmente indagando e scansionando, e finora le nostre forze hanno eliminato circa 50 uomini di Hamas in quest’area durante incontri e attacchi aerei, e anche durante le scansioni nell’area la zona.

Gli Houti hanno dato il via ufficialmente alla IV fase dell’escalation e affermano di aver attaccato tre navi nell’ultimo periodo della III fase dell’escalation. Non solo nella giornata di venerdì 10 hanno dato il via ad una marcia transnazionale che coinvolge Yemen, Egitto, Giordania in favore del popolo di Rafah e per mandare un messaggio agli sfollati di Rafah: “Non siete soli , e saremo con voi fino alla vittoria”.

Il British Maritime Trade Centre ha riferito che una piccola imbarcazione che trasportava da cinque a sei uomini armati ha tentato di fare irruzione su una nave commerciale nel Golfo di Aden, ma il tentativo è stato sventato e la nave e l’equipaggio erano al sicuro.

Mentre la Dichiarazione delle forze armate yemenite in merito ad un’operazione congiunta tra la Marina, l’Aeronautica Militare e la forza missilistica contro due navi, la nave MSC DEGO e la nave MSC GINA. La forza missilistica ha effettuato due operazioni contro la nave MSC VITTORIA, il primo nell’Oceano Indiano e l’altro sulla stessa nave. Le navi non hanno riportato danni e stanno viaggiando verso le loro destinazioni.

Si apprende inoltre dall’EMEA Tourism Economics, una filiale di Oxford Economics che gli operatori di crociere hanno modificato gli itinerari delle crociere o cancellato i viaggi, visti gli attacchi Houti nel Mar Rosso.

 

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