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Israele ha sferrato un attacco aereo contro l’Iran nel giorno del compleanno di Khamenei. Colpita una base aerea a nord-ovest di Isfahan. Gli Usa informati: “Gli obiettivi non sono nucleari”

Israele ha sferrato un attacco aereo contro obiettivi militari in territorio iraniano nelle prime ore di stamattina. Lo ha confermato all’emittente televisiva Cnn un funzionario statunitense anonimo, precisando che gli obiettivi dell’attacco “non sono nucleari”. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno respinto una richiesta di commenti da parte dell’emittente televisiva. Almeno tre esplosioni sono state avvertite stamattina presso una base aerea iraniana a nord-ovest di Isfahan, nell’Iran centrale, come riferito l’agenzia di stampa “Fars”. Fonti militari anonime citate dall’agenzia riferiscono che “i sistemi di difesa (aerea) sono stati attivati” e hanno abbattuto almeno tre droni suicidi. Stando alle medesime fonti, una installazione radar militare sarebbe uno degli obiettivi dell’attacco. Secondo l’agenzia di stampa iraniana “Irna”, le forze armate iraniane hanno attivato i sistemi di difesa aerea in diverse province del Paese a scopo precauzionale, ma contro il Paese non sarebbe in corso alcun attacco su larga scala. Fonti anonime citate dai media iraniani affermano inoltre che le strutture nucleari nella provincia di Isfahan sono “completamente sicure”. Secondo l’emittente televisiva statunitense Abc News, esplosioni si sono verificate anche in Iraq e in Siria.

I raid di Israele contro l’Iran sono scattati nel giorno del compleanno della Guida suprema della rivoluzione islamica, l’ayatollah Ali Khamenei, nato il 19 aprile 1939 nella città irachena di Najaf.

A ricordarlo oggi, sottolineando una scelta voluta e di carattere simbolico, secondo l’agenzia Dire, è stata anche Sanam Vakil, direttrice dei programmi per il Medio Oriente e il Nord Africa del centro studi con base a Londra Chatham House. “Regalo per Ali Khamenei da parte di Israele”  avrebbe scritto l’esperta sul social network X a corredo di una fotografia del religioso che con una mano si copre il volto. In verità Vakil riposta l’atltantista “filonetanyahu” Diliman Abdulkader, direttore del Progetto Kurdistan presso l’Endowment for Middle East Truth (EMET), che chiosa beffardo “Buon compleanno, diavolo”.


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