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Israele deve fare la pace per vincere la guerra

Le implicazioni della nuova fiammata del conflitto israelo-palestinese sono globali. Così come i rischi di strumentalizzazione, a ormai 30 anni dagli Accordi di Oslo che avrebbero dovuto garantire la nascita di uno Stato palestinese accanto a Israele. “Con le loro accuse a Tel Aviv, la Russia e la Cina vogliono presentare come aggressori anche gli Stati Uniti, distogliendo l’attenzione dall’Ucraina e magari da Taiwan” dice Imad Salamey, professore di Politica del Medio Oriente all’American University di Beirut. “Le diplomazie di Mosca e Pechino, come anche quella dell’Iran, che vuole posizionarsi come leader del mondo musulmano, possono sfruttare la questione palestinese per segnalare punti a proprio favore”.
Secondo questa lettura, dall’altra parte dello schieramento internazionale ci sono Israele, Stati Uniti ed Europa occidentale. Nel mezzo invece ci sono gli Stati arabi, sottolinea il professore della American University: “Hamas non ha agito in coordinamento con loro e di fatto sta servendo gli interessi dell’Iran, che nega qualsiasi coinvolgimento ma resta contrario alla possibilità di un accordo tra Israele e Arabia Saudita per la normalizzazione dei rapporti bilaterali”.

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