Attualità

La Cucina italiana: I piatti dedicati a Maradona

Ha giocato al Napoli sette anni e ha segnato 115 gol in sette stagioni. Se ne è andato nel 1991. Ma ha lasciato un segno indelebile. Diego Armando Maradona è stato, e rimane, un idolo: perché senza di lui non ci sarebbe stato il primo scudetto, il 10 maggio 1987, e perché certe storie d’amore non si esauriscono mai. Maradona è nei murales che gli rendono omaggio, negli ex voto delle chiese e delle strade, nei nomi di tanti bambini. E in una tradizione culinaria che ancora gli rende onore.

Maradona e la pasta
«Napoli è spettacolare. Con la pasta, il primo piatto, l’assaggino. Mamma mia». YouTube rende immortale l’incontro in cucina tra Maradona e Gigi D’Alessio. Il calciatore elogia il cibo italiano, il cantante gli prepara gli spaghetti. Una ricetta base, casalinga: la preferita di Dieguito. Era con aglio, olio, peperoncino e pangrattato. Gliela aveva preparata la prima volta Mary Bruscolotti, moglie di Giuseppe, capitano della squadra prima di cedere la fascia a Maradona, di cui era ospite fisso. «I calciatori erano di casa: dal lunedì al mercoledì si poteva mangiare di tutto, dal giovedì (con l’avvicinarsi della partita, ndr) invece solo pasta in bianco e cose leggerissime», ha raccontato la signora Bruscolotti alla radio. Una sera Mary non aveva voglia di stare ai maradonabrindafornelli, quindi preparò quel piatto con il condimento svelto e piccante. «Ecco come è scattata la passione», ha svelato. Un piatto che al Pibe piaceva così tanto (e lo chiedeva così spesso), da venire ribattezzato Spaghetto Maradona. La ricetta, virale, è ancora in rete. Il centrocampista lo chiedeva anche al ristorante: da D’Angelo Santa Caterina, da Sarago – il patron, Nando Pennino, è scomparso un anno fa – e da Mimì alla ferrovia, dove per lui era sempre libero un tavolo appartato.
Solo il meglio, per il Pibe de Oro. Per questo una volta a settimana i pescatori gli portavano sotto casa la cattura del giorno. Lucia Rispoli, governante della casa a Posillipo, che Maradona chiamava «la mia mamma napoletana», glielo preparava anche con la pasta. Perché un piatto di carboidrati non poteva mancare, mai. Penna liscia, rigata, fusillo, farfalla: esiste anche la Pasta Maradona, immessa sul mercato da Alejandro Octavio Quentin, argentino, Ceo del pastificio Paone, in seguito a un accordo con il campione.
Maradona e la pizza
Con la pizza, invece, talvolta esagerava. Al Trianon al Parco Margherita, storico indirizzo del quartiere Chiaia, Maradona la chiedeva con pomodoro, mozzarella, salame, peperoncino, tonno e cipolla: una combinazione audace. Enzo Coccia, maestro pizzaiolo, scelse invece di restare nel solco della tradizione: quando al calciatore venne conferita la cittadinanza onoraria, lui festeggiò con una Margherita tricolore. Una pizza per raccontare l’essenza di Napoli, la sua tradizione gastronomica, l’amore per Maradona.
Piatti dedicati a Maradona
I napoletani però non hanno limiti quando si tratta di sperimentare: perciò hanno anche messo Diego in un panino con la pizza, quella fritta. È il Diego Armando Masardona, nome scelto da Egidio Cerrone di Puok per un doppio tributo: alle imprese calcistiche e alla pizza fritta dell’antica friggitoria La Masardona. Il panino è ripieno di cicoli napoletani piastrati (con sale e pepe), provola impanata e fritta, crema di pomodorini arrosto, ricotta, sale e pepe, basilico. Ricalca gli ingredienti della prima pizza fritta in assoluto, quella originale: il cosiddetto Battilocchio, con ricotta, cicoli di maiale e pepe in un disco di impasto chiuso a mezzaluna
La devozione napoletana prosegue con qualche esempio gourmet. Tra i più poetici c’è La mano de Dios di Matias Perdomo, guida del Contraste, a Milano. Un dolce affascinante e complicato, un po’ come Maradona, che rievoca la rete segnata di mano nei quarti di finale del Mondiale 1986. Uno dei gol più belli della storia del calcio segnato «un po’ con la testa di Maradona, e un altro po’ con la mano di Dio», come disse il calciatore. Perdomo presentò la sua creazione a Identità Golose, nel 2018, ma ha scelto di ricordarla sui social nel giorno della morte del campione. «Questo è il nostro modo di ricordarti. La mano De D10s», ha scritto lo chef. Ora e per sempre.

Condividi