Mondo

La Francia bruciata sui fornelli

La rivista inglese Restaurant ha da poco pubblicato la lista dei 50 migliori ristoranti del mondo e… sorpresa! Nessun ristorante francese si trova nella Top 10. Cosa sta succedendo alla cucina francese? Si tratta di un complotto? Si sta abbassando la qualità o sono i gusti che stanno cambiando? Il quotidiano Le Monde ha divulgato la notizia e ha sottolineato che la classifica del 2014 riflette un fenomeno che si è protratto nel corso degli ultimi dieci anni: ogni volta, ci sono sempre meno ristoranti francesi nella selezione di Restaurant. Mentre nel 2004 la cucina francese occupava 15 posizioni, quest’anno solo 5 ristoranti sono riusciti ad entrare in classifica.

Inoltre, se da una parte gli spagnoli vincono a mani basse, dall’altra i francesi non sono riusciti a salire più in su dell’11° posto. In classifica davanti a loro, italiani, americani, e persino due ristoranti inglesi che sono riusciti a intrufolarsi tra le prime dieci posizioni. A coronare la lista il danese Noma, al quale seguono lo spagnolo El celler de Can Roca, l’italiano l’Osteria Francescana, l’Eleven Madison Park di New York e il Dinner di Londra.

Non sarò io a porre il veto sulla cucina francese, ma certo è che sono in Francia da un mese e mezzo e devo dire che di haute cuisine ne ho vista poca. Per la verità non ho visto granché nemmeno durante il mio soggiorno a Lione, un paio d’anni fa, anche se sicuramente questo era dovuto al fatto che avessi un budget ridotto. Ma se vi fate un giro per le strade della capitale, vi accorgerete che quello che la gioventù parigina considera cool è bere una lattina di birra al Canal Saint Martin o accalcarsi in una delle numerose hamburgerie nel centro della città. Si tratta di locali ispirati ai felici anni ’50 americani. Se tutti hanno un’aria un po’ vintage e servono delle patatine fritte in un cestino di metallo o in un sacchetto di carta, di certo non mancano di quel French touch che li rende speciali e li differenzia dai fast food che gli americani sono riusciti a diffondere per tutto il mondo.

Tuttavia, quello che probabilmente ha causato maggior turbamento in Francia non è tanto che nessun ristorante francese sia riuscito ad entrare nella top 10, ma che vi ci siano riusciti due ristoranti inglesi. Non si pensava che i britannici non sapessero fare altro che fish and chips? Ecco, forse non tutto in Francia è Paul Bocuse, come non tutto nel Regno Unito è frittura a poco prezzo e baked beans. Sembra che anche gli inglesi si siano messi ad innovare e che possano farlo bene tanto quanto gli altri.

La selezione è stata realizzata sulla base del voto di 936 esperti di gastronomia, chef e critici di cucina di tutto il mondo. Ogni membro della giuria poteva scegliere sette ristoranti, almeno tre della propria zona e doveva averli frequentati nell’ultimo anno e mezzo.

Il risultato è una lista variopinta nella quale a dominare sugli altri candidati è la cucina spagnola, con sette ristoranti, tre di questi – Celler de Can RocaArzak e Mugaritz – tra le prime dieci posizioni.

Nonostante tutto, il secondo paese con la maggior presenza nella lista è la Francia, un tempo emblema della nouvelle cuisine, con il Mirazurl’ArpègeLe Chateubriand nelle posizioni 1125 e 27. E, se guardiamo indietro, vediamo che la cucina francese rimane la più famosa tra i primi posti della classifica degli ultimi anni.

Se avessero chiesto a me, sicuramente avrei dato il mio voto a qualche ristorante francese, e l’avrei fatto ad occhi chiusi. Perché, ranking a parte, un fatto è indiscutibile: in Francia si mangia bene e a buon prezzo. Forse i suoi ristoranti quest’anno non saranno nella top mondiale, ma in Francia si mangia bene e in abbondanza. Anche al botellón, che ha reso famosi gli spagnoli, é statto dato un tocco francese. Quello che per gli spagnoli non è altro che bere per strada, al buio e in bicchieri di plastica, in Francia prende il significato di un pic-nic o un aperitivo durante il quale non mancano nè il pane, nè il formaggio e neanche, ovviamente, il vino.

José vicente bernabeu.  Traduzione: Federica Rutigliano. Fonte Cafelabel. Foto: Gabriella Raffaelli

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