Ameno dodici, forse quattordici. Non è chiaro il bilancio delle persone uccise nell’attacco che ha colpito ieri un campo da calcio nella città di Majdal Shams, a maggioranza drusa, nell’area delle Alture del Golan, occupate da Israele nel 1967 e annesse de facto nel 1981. Lo si apprende dai media israeliani. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno attribuito l’attacco al movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah.
Da parte sua, il gruppo islamista ha invece smentito “categoricamente le accuse fatte da alcuni media nemici e da varie piattaforme mediatiche sull’obiettivo di Majdal Shams”, sottolineando che “la Resistenza islamica non ha nulla a che fare con l’incidente”. In risposta all’attacco, i caccia israeliani hanno colpito la scorsa notte una serie di obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, tra cui depositi di armi e altre infrastrutture a Shabriha e Burj el Shemali, vicino a Tiro, nella Valle della Beqaa e nelle zone di Kafr Kila, Rab al Thalathine, Khiam e Tayr Harfa.
I raid israeliani contro gli Houthi in Yemen continueranno. La minaccia per Israele sta diventando realtà e la chiusura del porto di Eliat è una conseguenza. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz in un’intervista a Bloomberg del 25 luglio ha dichiarato: “Israele è pronto a colpire ancora gli Houthi – l’elenco degli obiettivi è pronto. Un cessate il fuoco a Gaza non porterà ad un cessate il fuoco contro Hezbollah; non accetteremo la formula “pace per pace”.
Il primo raid, targato Israele in Yemen del 20-21 luglio ha causato al morte di nove persone e il ferimento di altre 89 e ha preso di mira il “porto di Hodeidah” colpendo i serbatoi di carburante e alcune banchine del porto. Molti altri ne sono seguiti targati USA-UK.
Il consigliere del Consiglio politico supremo dello Yemen, Muhammad Taher Anam, ha dichiarato al canale di notizie Al-Alam: “che Il bombardamento di Hodeidah israeliano non cambierà nulla nella posizione yemenita nei confronti della questione palestinese e dei massacri compiuti dalle Forze Armate israeliane a Gaza, e le nostre operazioni continueranno sia in mare che nel porto di Eliat (Umm Al-Rashrash)”.
Anam ha aggiunto: “Questo è uno sviluppo importante, e il nemico israeliano e il suo primo ministro si stanno affrettando con la loro aggressione contro lo Yemen e la città di Hodeidah, e sanno molto bene che questa aggressione gli costerà molto, ma sembra che questo è il suo metodo, poiché è ormai certo che la fine di questa guerra sarà o la vittoria e la fine della sua carriera politica, e quindi si sta affrettando a compiere Crimini sempre più grandi”.
Ha continuato: “Siamo preparati nello Yemen per questa escalation di violenza nei nostri confronti e abbiamo un piano da quando abbiamo colpito Tel Aviv, abbiamo pronti i piani nel caso in cui il nemico rispondesse, e i nostri piani, i nostri missili, i nostri droni e la serie di obiettivi multipli per luoghi militari e vitali nell’entità sono pronti con le nostre forze armate e sono stati emessi ordini per iniziare a prendere di mira alcuni siti”. Anam conclude la sua intervista con una minaccia: “La risposta sarà dolorosa e le tue opzioni saranno l’immigrazione o i rifugi!”.
A sua volta, un membro dell’ufficio politico del movimento yemenita “Ansar Allah”, Ali Al-Qahum, ha affermato che “Israele” sta ricevendo una risposta dolorosa e dolorosa dopo i raid lanciati nel porto di Hodeidah. Al-Qahum ha dichiarato in un comunicato: “Diciamo agli israeliani: non siate troppo felici perché lo Yemen sta arrivando, e sarà doloroso e doloroso, e non sfuggirete alla punizione, e vi pentirete e vi lamenterete, e le vostre voci diventeranno più forti.”
Al-Qahum ha continuato: “Le tue opzioni saranno o emigrare e tornare da dove sei venuto, o rimanere nei rifugi. La protezione americana e britannica non ti avvantaggerà, e la mano che viola la sovranità dello Yemen e attacca le sue capacità e il suo popolo lo sarà tagliare”.
Ha aggiunto: “Gli israeliani devono rendersi conto che il Grande Yemen non è come tutti gli altri. Piuttosto, è quello che schiaccia i nemici e affonda gli imperi e i progetti di colonialismo e occupazione israeliana, britannica e americana nella regione: cadrà e Israele scomparirà”.
In merito a quale sarà la risposta di Ansar Allah ha dichiarato: “Qui affermiamo che l’azione è un’azione corrispondente, ed è un’equazione fissa nelle regole di ingaggio, e con essa il conflitto si espanderà e le sue conseguenze per i nemici saranno terribili, e la sua azione è ben nota e le sue operazioni militari e strategiche sono dolorose, influenti ed efficaci, e sarà un terremoto sugli aggressori e con esso Israele sarà eliminato e la sua risposta è inevitabile, forte e decisiva e non tarderà e le sorprese saranno molte”.
Il portavoce delle forze armate yemenite, Yahya Saree, ha annunciato dopo i raid che la risposta all’aggressione israeliana includerà “gli obiettivi vitali del nemico israeliano, pur confermando quanto affermato nella sua precedente dichiarazione riguardo al considerare l’area di Giaffa una zona non sicura.”
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio