Diritti

L’Egitto condanna a venti anni il giornalista Yasser Abu Al-Ela per aver diffuso notizie “false”

Le autorità egiziane hanno condannato in contumacia il giornalista Yasser Abu Al-Ela a venti anni di carcere con l’accusa di essersi unito a un’organizzazione terroristica e di aver diffuso notizie false. Separatamente, la sostenitrice della libertà di stampa Rasha Azab ha accusato il ministro degli Interni e il capo della National Security Agency di aver orchestrato le recenti minacce contro di lei e di aver sorvegliato i suoi movimenti, culminati nel furto della sua auto il 5 novembre.

“È vergognoso che le autorità egiziane abbiano condannato Yasser Abu Al-Ela a venti anni in contumacia per accuse di terrorismo e false notizie mentre è già detenuto in una prigione egiziana per un caso separato. Ciò evidenzia la totale mancanza di un giusto processo nel sistema legale egiziano, che non offre alcuna protezione ai giornalisti detenuti”, ha affermato Yeganeh Rezaian, coordinatore ad interim del programma Medio Oriente e Nord Africa del CPJ. “Le continue minacce e molestie contro la sostenitrice della libertà di stampa Rasha Azab servono come un altro duro promemoria del pesante prezzo che coloro che difendono la libertà di stampa in Egitto sono costretti a pagare ogni giorno”.

Il CPJ non è stato in grado di confermare la data esatta in cui Abu Al-Ela è stato condannato.

Autorità ha arrestato Abu Al-Ela il 10 marzo. Abu Al-Ela ha dichiarato al procuratore di essere stato sottoposto a cinquanta giorni di sparizione forzata e di aver sopportato torture fisiche e psicologiche durante questo periodo.

Azab ha detto al CPJ che queste minacce e sorveglianza hanno lo scopo di “intimidirmi affinché cessi il mio sostegno alle questioni di libertà in generale, e ai giornalisti in particolare, poiché la mia macchina è scomparsa dopo la protesta organizzata in solidarietà con i palestinesi e i giornalisti egiziani attualmente detenuti”.

Carlos Martínez de la Serna

 

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