I lavoratori scendono in piazza oggi per lo sciopero generale contro la manovra proclamato da Cgil e Uil, che si unisce a quello annunciato da Cobas, Sgb e Cub. Sullo stop dei trasporti è intervenuta la precettazione del ministro dei Trasporti, più amato dagli italiani, Matteo Salvini, con cui è stata ridotta l’agitazione da 8 a 4 ore.
Gli aerei si fermano dalle 10 alle 14. Ita ha annunciato la cancellazione di 109 voli, di cui 18 internazionali e 91 domestici. Bus, metro, navi e traghetti si fermano invece dalle 9 alle 13. Resta escluso il trasporto ferroviario.
Quanrantasei manifestazioni previste in tutto il Paese
Servizi a rischio anche nella Pa, nella Sanità, nel comparto dell’istruzione e nei servizi di rifiuti e pulizia. Sono 46 le manifestazioni previste in ogni regione su tutto il territorio nazionale: il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà a Napoli e concluderà con un comizio a piazza Matteotti il corteo che partirà alle 9.30 da piazza Mancini. A Bologna si parte alle 9 da piazza Lame con arrivo a piazza Maggiore con le conclusioni del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Il giorno dello sciopero generale è arrivato. Oggi (venerdì 29 novembre) l’Italia si ferma per otto ore, contro la manovra di bilancio del Governo Meloni e per chiedere di cambiare rotta. Cgil e Uil hanno proclamato lo stop, i lavoratori e lavoratrici saranno in piazza in manifestazioni territoriali in tutto il Paese. Nello specifico, ogni parte del mondo del lavoro italiano si prepara alla protesta. Dalle fabbriche ai lavoratori pubblici, dal terziario ai servizi, dai giovani ai pensionati, le categorie si organizzano per partecipare alla mobilitazione.
Italia verso la deindustrializzazione
Le fabbriche saranno chiuse. Lo afferma chiaramente il segretario generale Fiom Michele De Palma: “I metalmeccanici scioperano per conquistare un futuro con politiche industriali adeguate alle transizioni tecnologica e ambientale”, dice: “Sono anni che in Italia assistiamo all’assenza di politiche industriali da parte dei governi che si sono affidati ai mercati. Le grandi famiglie capitalistiche hanno preferito la finanza all’industria o ceduto le loro aziende alle multinazionali. Producendo la deindustrializzazione dell’Italia. Scioperiamo per difendere l’industria con la contrattazione nazionale, l’aumento dei salari e la difesa del lavoro”.
Allo stesso modo gli operai edili, pronti a scendere dalle impalcature per denunciare la loro condizione: prima di tutto il lavoro nero. “Mentre nel 2024 i pensionati pagheranno 17 miliardi di Irpef in più, il governo chiede prestiti alle banche, spalancando così le porte al lavoro nero. Azzerare i bonus casa, riducendo le spese detraibili per ristrutturazioni, significa colpire i lavoratori onesti e i dipendenti, favorendo chi vive di evasione”, asserisce il segretario generale Fillea Cgil Antonio Di Franco: “Serve un piano casa in linea con la direttiva ‘case green’, che permetta alle fasce deboli di poter affittare, comprare e ristrutturare. Il settore ha bisogno di visione e programmazione di lungo periodo che possa garantire continuità occupazionale, di qualità e regolare”.
Lavoro pubblico, a rischio i servizi ai cittadini
Da parte sua, il lavoro pubblico non se la passa meglio: viene costantemente umiliato e rischia di non garantire più i servizi ai cittadini. Lo spiega la segretaria generale Fp Serena Sorrentino: “Andiamo in piazza perché la manovra rischia di colpire gravemente le amministrazioni locali, in virtù dei tagli e del blocco del turn-over, che vedranno una riduzione del perimetro pubblico e dei servizi ai cittadini. Insieme a questo, senza risorse, c’è una difficoltà nel garantire salari adeguati a lavoratrici e lavoratori. E c’è il caso straordinario della sanità: il ministro annuncia risorse, ma non bastano per i rinnovi e i livelli essenziali di assistenza”.
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