Editoriale

Mentre i procuratori di New York accusano di omicidio il sospettato della morte del manager, gli americani brindano al successo dell’esecuzione e deridono gli “infami”

E’ stato Luigi Mangione un 25nne italo americano ad uccidere Brian Thompson, amministratore delegato di UnitedHealthcare. Almeno questo sembra l’esito delle indagini sull’omicidio avvenuto a New York il 4 dicembre scorso del manager. UnitedHealthcare è la più grande compagnia di assicurazione sanitaria degli Stati Uniti. Quello della sanità negli Usa è un tema caldo, il sistema basato sulle assicurazioni private si presta a infinite varianti.

Prima fra tutte quella della mancanza di risorse economiche di una parte importante della popolazione di pagare i canoni mensili che le assicurazioni pretendono. Un altro motivo di contestazione viene dalle inadempienze delle compagnie assicuratrici di fronte alle esigenze sanitarie dei loro clienti.

Il giorno successivo all’assassinio di Brian Thomson con il titolo “Un torrente di odio verso le assicurazioni sanitarie dopo l’omicidio dell’amministratore delegato” è uscito sul New York Times un articolo dove si sottolinea come sarcasmo, giubilo e odio abbiano dominato i commenti apparsi in rete subito dopo la morte di Thompson.


Dopo la “denuncia” di Mangione come persona sospettata, i simpatizzanti si sono riversati su Internet per criticare duramente il dipendente del McDonald’s per aver fatto la soffiata alla polizia.

Gli utenti hanno lasciato recensioni per almeno tre McDonald’s ad Altoona, Pennsylvania o nei dintorni, con decine di persone che hanno lasciato valutazioni a una stella e si sono lamentate delle “informazioni”. Altri hanno chiamato in causa più esplicitamente “spie”.

Le recensioni critiche di Google vanno di pari passo con le reazioni sui social media, molte delle quali esaltano Mangione, che è ancora solo una persona di interesse e non è stato accusato in relazione alla morte di Thompson.
“In questo posto ci sono dei topi in cucina che ti faranno ammalare e la tua assicurazione non li coprirà”, ha scritto un recensore.

 

Quello che più colpisce di questo pezzo è l’elenco delle testimonianze di alcuni clienti di UnitedHealthcare. Storie drammatiche che testimoniano la drammaticità dell’argomento.  “Mia figlia è nata con una deformità congenita a entrambi i piedi. A quattordici mesi è stata operata. L’assicurazione ha pagato solo per un piede, sostenendo che non copriva due operazioni praticate in contemporanea.”

“Abbiamo un figlio che soffre di autismo. United Healthcare continua a negargli la copertura assicurativa per la terapia di cui ha bisogno”. “United Healthcare ha usato l’intelligenza artificiale per stabilire che la terapia per la mia recente e devastante infertilità non era necessaria dal punto di vista medico.”

Non c’è quindi da meravigliarsi se sotto il comunicato di UnitedHealthcare che informava su Facebook della perdita del suo dirigente siano state aggiunte settantacinquemila faccine allegre  come commento. Non solo ma la felpa con cappuccio che l’omicida indossava al momento dell’omicidio è andata letteralmente a ruba nei grandi magazzini ed un gruppetto di giovani indossandola si sono ritrovati sabato scorso a Times Square improvvisando una competizione per premiare il più somigliante allo sparatore di mercoledì che si è saputo solo ieri essere per l’appunto l’italo americano Luigi Mangione.

Che questo sia stato un omicidio con una valenza fortemente politica non v’è alcun dubbio. Sui bossoli ritrovati sul selciato l’omicida aveva inciso tre parole: “delay, deny, depose” (ritardare, negare, deporre). Le prime due si riferiscono all’atteggiamento dilatorio e negazionista delle esigenze mediche del paziente nei contenziosi tra quest’ultimo e la compagnia assicuratrice. Il terzo è un messaggio chiaro di risposta dell’utenza, deporre (colpire, uccidere in ultima istanza i responsabili).

C’è anche un palese ed esplicito richiamo a  Jay M. Feinman, professore di diritto che si è battuto per anni contro le compagnie assicurative e contro lo stesso sistema che le vede protagoniste. “Delay, Deny, Defend” è il titolo di un libro pubblicato nel 2020 da Jay M. Feinman, sull’argomento il cui sottotitolo recita: “Perché le compagnie di assicurazione non pagano e cosa si può fare al proposito”.

Non c’è alcun dubbio a questo punto di cosa abbia voluto fare Luigi Mangone uccidendo Brian Thompson, mandare un segnale forte e chiaro alle assicurazioni e al sistema tutto: la misura è colma non è possibile continuare in questo modo, se continuate lo fate a vostro rischio e pericolo. C’è da vedere se le faccette allegre su Facebook e la vendita della felpa saranno i primi segnali di una rivolta generalizzata contro questo sistema o il povero Mangone sarà l’ennesimo eroe negativo vittima del sistema.

 

 

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