Diritti

Migranti, i medici legali alla Meloni: “Noi esclusi dalle procedure di accertamento dell’età dei minori”

Presa di posizione della Società italiana di Medicina legale (Simla) in relazione alle procedure di accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati previste nel nuovo decreto immigrazione. La Società italiana di Medicina legale ha infatti scritto al Presidente del Consiglio, evidenziando “preoccupazione per l’esclusione del medico legale dall’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati, noi già operativi sul campo da decenni”. La lettera è firmata dal presidente Simla, Franco Introna, e dalla presidente del Gruppo Iialiano di Antropologia forense e direttrice del Labanof, Cristina Cattaneo.

La premessa è che i medici legali possono contare sull’esperienza di migliaia di casi affrontati e sulla presenza sul territorio nazionale di diversi protocolli redatti e già applicati dai professionisti che operano su richiesta delle Autorità sanitarie, giudiziarie e amministrative. E che l’assenza del medico legale da questi accertamenti porterebbe, come già visto in passato, ad un enorme rischio di erronee valutazioni dell’età del migrante. Non solo, per la Simla l’esclusione del medico legale da tale indagine accertativa andrebbe a smentire lo spirito multidisciplinare della procedura, privando la stessa di una componente essenziale per ricerca ed esperienza maturata nel settore specifico.

La lettera
“La nostra inquietudine si concentra, in particolare, sulla parte del decreto relativa agli accertamenti dell’età dei minori stranieri non accompagnati che riprende l’infelice esito della Conferenza Stato Regioni del 2020 nel quale si escludeva la figura del medico legale dal protocollo multidisciplinare”. Comincia così la lettera firmata da Introna e Cattaneo.
La competenza della medicina legale nella complessa procedura della stima dell’età è ampiamente documentata da numerosissimi contributi scientifici, di livello nazionale ed internazionale sull’argomento, sulla base dei quali sono stati raccomandati rigorosi protocolli standardizzati da tempo e costantemente aggiornati da una rete di esperti in medicina legale che ogni anno, in collaborazione con altri specialisti (odontoiatri, radiologi, pediatri, etc.), li applica nelle più autorevoli strutture sanitarie nazionali ed internazionale.

Considerazioni che trovano conferma nei numeri sul campo, da Milano a Torino, che sono delle punte di eccellenza, ma anche nel resto d’Italia: in Piemonte, ad esempio, c’è un protocollo tra diverse istituzioni, operativo dal 2018, che ha visto l’Istituto Universitario di Medicina Legale di Torino, diretto dal prof. Giancarlo Di Vella, operare su oltre 3 mila casi. “Gli specialisti in medicina legale dispongono, pertanto, di un’esperienza consolidata e il loro intervento è da considerarsi come decisivo per risolvere questo problema per conto delle Autorità sanitarie, giudiziarie ed amministrative”, si evidenzia.

A questo proposito, continuano i professori nella lettera inviata al Premier, “la Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni ed il suo Gruppo Italiano di Antropologia e Odontologia Forense (Giaof) non possono che esprimere tutto il loro disappunto per l’esclusione della medicina legale da una procedura accertativa a scopo prioritariamente identificativo oltre che clinico”.

L’assenza del medico legale da questi accertamenti porterebbe, come già visto in passato – si evidenzia nella lettera -, ad un enorme rischio di erronee valutazioni dell’età del migrante. “La esclusione del medico legale da una siffatta indagine accertativa andrebbe anche a smentire lo spirito multidisciplinare della procedura, privando la stessa di una componente essenziale per ricerca ed esperienza maturata nel settore specifico”.

“La Simla e il Giaof – così conclude la lettera – auspicano, pertanto, che il prossimo Decreto possa prevedere un coinvolgimento diretto della figura del medico legale, quale garante del rigore metodologico della procedura stessa e coordinatore del team multidisciplinare, così necessario in questo momento di grave crisi per l’Italia e per l’Europa”.

Le attività medico-legali
Le varie metodologie incluse nei protocolli consistono in una serie di attività medico legali e radiologiche forensi sintetizzabili in due passaggi fondamentali. “Si comincia con una visita medica completa per valutare lo stato di salute generale ed individuare se vi sono o vi possono essere patologie in grado di alterare la stima dell’età – sottolinea la Sinla in una nota -. Un’azione destinata a fornire tutti gli elementi identificativi della persona come segni e/o contrassegni, includendo anche gli esiti dell’ispezione dentale. La seconda parte è dedicata alle radiografie da effettuare secondo un principio di gradualità e di protezione radiologica, considerando comunque che l’esposizione è limitata e inferiore a quanto riportato nel corso di un viaggio aereo. Nel dettaglio, si prevede la radiografia del segmento polso-mano sinistra e, solo nel caso in cui tale elemento radiografico non dia sufficienti elementi di minor età, si procede, in seconda battuta, ad eseguire una ortopantografia delle arcate dentarie superiore ed inferiore, al fine di meglio individuare gli elementi della dentizione. Soltanto in ultima analisi, quando cioè anche l’esame precedente non dovesse determinare elementi sufficienti all’identificazione, si può eventualmente procedere ad indagini di imaging sulle clavicole”.

E conclude: “L’esito di tutte le indagini svolte è sviluppato in termini di età stimata (minima) con il relativo margine di errore, così definendo un range di stima in armonia con il dettato normativo italiano, considerando in ogni caso che si potranno raramente valutare come minorenni dei maggiorenni alla soglia dei 18 anni, ma non il contrario. L’applicazione delle metodiche riconosciute da Simla tiene conto delle attuali evidenze scientifiche che vanno sempre considerate nel contesto specifico del sospetto minore e calibrate sulla base dell’etnia di riferimento: un procedimento base attraverso il quale la medicina legale unisce i principi del diritto con la scienza medica, così mettendo al servizio della persona e della società le proprie competenze professionali, evitando personalismi o automatismi”.

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