Con un’importante decisione pubblicata il 15 marzo, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha valutato che l’Italia non abbia adeguatamente attuato la sentenza della Corte Europea dei Diritti umani Darboe e Camara c. Italia e ha invitato le autorità ad adottare le misure necessarie alla sua attuazione.
In quella sentenza, del 2022, l’Italia era stata condannata per aver collocato un minore straniero non accompagnato per più di quattro mesi in un centro di accoglienza per adulti, sovraffollato e privo di strutture e assistenza sanitaria adeguate, e per averlo identificato come adulto, solo sulla base di un esame radiografico del polso e senza garantirgli la possibilità di presentare ricorso.
Nel 2023, il Governo italiano ha chiesto al Comitato dei Ministri di chiudere la procedura di supervisione della sentenza, sostenendo che siano state prese le necessarie misure per far cessare le violazioni riscontrate.
ASGI, l’associazione per gli studi giuridici per l’immigrazione, ha inviato due comunicazioni al Comitato, evidenziando come, nell’accoglienza e nelle procedure di accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati, persistano violazioni sistemiche della Convenzione Europea dei Diritti umani analoghe a quelle per cui l’Italia è stata condannata nella sentenza Darboe e Camara, e come tali violazioni siano aumentate significativamente in seguito all’entrata in vigore del decreto legge 133/23, convertito in legge 176/23.
Nella decisione del 15 marzo 2024, il Comitato dei Ministri “prende atto con preoccupazione che la legislazione emanata nell’ottobre 2023 sembra avere notevolmente ridotto le garanzie relative alla procedura di accertamento dell’età, incluse quelle centrali nell’analisi della Corte Europea”, affermando che “sono necessarie ulteriori misure per garantire l’effettiva attuazione delle disposizioni emanate nel 2017 e per garantire che anche in situazioni di emergenza, i minori non accompagnati beneficino in diritto e in pratica della presunzione di minore età e delle garanzie minime che, in base a queste sentenze, devono accompagnare la procedura di accertamento dell’età”.
Inoltre, il Comitato dei Ministri afferma che la capacità del sistema di accoglienza dei minori non accompagnati “rimane largamente insufficiente e che sono quindi necessarie ulteriori misure per garantire che i minori non accompagnati che arrivano in Italia siano collocati in strutture dedicate e in condizioni adeguate o beneficino di altre sistemazioni adeguate alle loro esigenze di minori, e quindi rispondenti al loro superiore interesse, incluso nel periodo di attesa dell’esito delle procedure di accertamento dell’età”.
Il Comitato “sottolinea fermamente che l’obbligo delle autorità di attenersi alla sentenza della Corte in Darboe e Camara include la prevenzione di ulteriori violazioni del divieto assoluto di trattamenti inumani o degradanti, che non ammette eccezioni o deroghe neanche in situazioni di emergenza; ha quindi espresso la profonda preoccupazione per la legislazione emanata alla fine del 2023 che ha invece fornito la base giuridica per collocare i migranti non accompagnati di età superiore ai 16 anni in strutture per adulti, per periodi fino a 150 giorni” e ha invitato le autorità a “risolvere le carenze nell’osservanza delle garanzie procedurali minime durante le procedure di accertamento dell’età”.
Alle autorità viene richiesto di fornire informazioni sulle misure adottate per affrontare questi problemi entro il 15 settembre 2024, in vista del prossimo esame dell’attuazione della sentenza da parte del Comitato dei Ministri.
Puoi effettuare una donazione una tantum, mensile o annuale, utilizzando PayPal.