Almeno 61 migranti sono dispersi, si presume siano morti, dopo che la loro imbarcazione di fortuna è affondata al largo delle coste libiche, come ha dichiarato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) in Libia.
“Si presume che un gran numero di migranti, circa 61, sia morto a causa delle forti onde”, che hanno sommerso la loro imbarcazione “partita da Zouara, nel nord-ovest della Libia, con 86 migranti a bordo”, riferisce Flavio Di Giacomo, portavoce dell’organizzazione internazionale dei migranti. La maggior parte dei migranti erano cittadini della Nigeria, del Gambia e di altri Paesi africani, e tra le vittime “c’erano anche bambini e donne”, ha aggiunto. Venticinque persone sono state salvate e trasferite in un centro di detenzione libico vicino a Tripoli.
L’area in cui è avvenuto il naufragio era stata sorvolata da ben tre missioni no-stop di velivoli Frontex di base a Lampedusa: dalla sera del 14 dicembre fino alla mattina del 15 dicembre.
Nella stessa area, il 13 dicembre scorso era presente Ocean Viking, poi costretta ad allontanarsene con 26 migranti a bordo per ottemperare all’assegnazione del porto di Livorno da parte delle autorità italiane. La nave della Ong è poi dovuta riparare per il maltempo nella rada di Sciacca, in Sicilia. Nel frattempo il gommone alla deriva si è rovesciato. I 25 superstiti sono stati soccorsi da un rimorchiatore e riportati in Libia. Al porto di Tripoli hanno dichiarato di essere partiti in 86. Secondo l’OIM, sono dunque 61 le vittime del naufragio.
“Più di 2.250 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale quest’anno”, ha deplorato Flavio Di Giacomo, portavoce dell’OIM per il Mediterraneo, su X, riportando il bilancio di questo naufragio.