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Netanyahu a Blinken: “Andremo a Rafah anche senza gli Usa”. Il premier israeliano: “Non c’è altro modo di sconfiggere Hamas”

Oggi Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, ha incontrato il Segretario di Stato Usa Blinken. In un video postato su X, ha spiegato che Israele andrà avanti comunque nell’offensiva su Gaza, anche senza l’aiuto statunitense. “Ho incontrato il Segretario di Stato oggi a Lincoln. Gli ho detto che apprezzo davvero il fatto che da più di cinque mesi combattiamo insieme contro Hamas- scrive Netanyahu. Gli ho anche detto che riconosciamo la necessità di evacuare la popolazione civile dalle zone di guerra e ovviamente di occuparci anche dei bisogni umanitari e stiamo lavorando a tal fine. Ma ho anche detto che non c’è modo di sconfiggere Hamas senza andare a Rafah ed eliminare il resto dei battaglioni. E gli ho detto che spero che lo faremo con il sostegno degli Stati Uniti, ma se sarà necessario, lo faremo da soli”.

In merito alla richiesta, Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International, ha così commentato: “Aspettavamo da tempo la richiesta di ieri di un cessate il fuoco, ma purtroppo non è sufficiente a rispondere agli orrori che i civili palestinesi hanno subito negli ultimi sei mesi. Più di 32.000 persone sono state uccise nella campagna militare spietata e indiscriminata portata avanti da Israele nella Striscia di Gaza; oltre 1000 bambini e bambine hanno subito amputazioni; interi quartieri e città sono state ridotte in macerie; il sistema sanitario è stato quasi interamente ridotto al collasso; un’imminente carestia, architettata da Israele, è alle porte…Tutto ciò si sarebbe potuto evitare se le parti in conflitto avessero già raggiunto un cessate il fuoco. A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria causata dall’uomo e i responsabili devono rispondere di tutti i crimini di diritto internazionale che hanno commesso”.

“Hamas e gli altri gruppi armati devono essere chiamati a rispondere per i crimini commessi il 7 ottobre, tra cui il sequestro di ostaggi, e per i continui attacchi illegali con razzi, ma le richieste di accertare tutti i fatti devono essere coerenti e le responsabilità non possono essere trascurate – ha proseguito Geddie -. Il mancato riconoscimento da parte del Consiglio europeo della responsabilità di Israele per le gravi violazioni del diritto internazionale sta promuovendo un clima di impunità e aggravando la catastrofe in corso a Gaza. L’atroce situazione attuale è in parte aggravata dal fatto che alcuni stati membri dell’Ue stanno screditando l’Unrwa e interrompendo la fornitura di aiuti di fondamentale importanza per salvare vite umane. A Gaza le persone sono bloccate senza accesso a cibo e acqua pulita, mentre vengono bombardate con armi e munizioni fornite a Israele da alcuni stati membri dell’Ue”.

“L’Unione europea e gli stati membri devono adottare misure concrete e fare passi tangibili per prevenire il genocidio nei confronti dei palestinesi di Gaza. Devono ripristinare completamente i finanziamenti per l’Unrwa e porre fine a qualsiasi esportazione di armi e munizioni verso Israele. Devono condurre una valutazione completa del rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi in materia di diritti umani. Devono anche riconoscere le cause profonde del conflitto e chiedere la fine dell’apartheid israeliano contro i palestinesi e dell’occupazione”, ha concluso Geddie.

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