La Commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, ha annunciato che un gruppo di 26 bambini russi è tornato in Russia da uno dei campi nella Siria nordorientale.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa TASS, venerdì 22 novembre il commissario ha dichiarato che un gruppo di bambini russi era tornato a casa da uno dei campi nel nord-est della Siria.
Il gruppo comprende 14 ragazzi e 12 ragazze, di età compresa tra i 5 e i 12 anni, che incontreranno le loro famiglie in Russia. Il commissario ha spiegato che i bambini sono stati sottoposti a visite mediche prima di lasciare la Siria.
L’autorità moscovita ha inoltre dichiarato che i medici hanno visitato uno dei campi profughi e prelevato campioni di sangue dai bambini per effettuare test del DNA allo scopo di confermare i legami familiari, affermando che saranno sottoposti a un altro esame medico presso una clinica federale a Mosca prima di incontrare i loro parenti.
Dal 2018, 592 bambini russi sono tornati in Russia dall’Iraq, dal Pakistan, dalla Siria e dalla Turchia, grazie alla missione umanitaria di rimpatrio dei bambini russi dal Medio Oriente coordinata dal Commissario presidenziale per i diritti dell’infanzia.
Molti paesi continuano a rimpatriare i propri cittadini dai campi di al-Hol e al-Roj nella Siria nord-orientale, concentrandosi sul rimpatrio dei bambini. La Francia, ad esempio, ha rimpatriato 364 bambini da famiglie sospettate di appartenere al gruppo dello Stato islamico lo scorso settembre.
Gli Stati Uniti hanno rivelato che circa 27mila persone si trovano nei campi di al-Hol e al-Roj che ospitano famiglie di combattenti dello Stato Islamico provenienti da oltre sessanta Paesi.
Il 19 luglio, il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato che la maggior parte dei residenti dei campi sono bambini sotto i dodici anni, sottolineando che “meritano una possibilità di vita al di fuori delle dure condizioni dei campi”.
I campi gestiti dalle Forze Democratiche Siriane (SDF) nella parte orientale di al-Hasakah ospitavano all’inizio circa cinquantamila persone, principalmente donne e bambini, insieme a più di diecimila stranieri provenienti da circa sessanta altri Paesi.
A marzo, la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sulla Siria ha riferito che 364 bambini stanno beneficiando degli sforzi di coordinamento del suo ufficio per garantire loro un’assistenza ottimale, indicando che i genitori di questi bambini sono “sospetti membri del gruppo dello Stato islamico”.
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