Lo studio si aggiunge alle crescenti evidenze secondo cui sono fuorvianti gli ‘storici’ consigli di salute che si concentrano nell’evitare i grassi saturi. “Forse – scrive Sarah Zaman del Centro ricerche cardiovascolari dell’università stessa – abbiamo demonizzato un po’ troppo i grassi saturi. Ora abbiamo evidenze che non vi è un legame rilevabile con le malattie cardiache”. Le donne la cui dieta conteneva tra il 41 e il 44% di carboidrati avevano una probabilità ridotta del 44% di malattie cardiovascolari.
Chi mangiava una proporzione molto alta o bassa di carboidrati aveva una salute meno buona. Mangiare una quantità moderata di carboidrati comporta un rischio ridotto del 79% di contrarre il diabete di tipo 2 e tra l’86 e il 99% minore di ipertensione e di obesità. I risultati contraddicono molta della storica ricerca epidemiologica che supportava un legame tra grassi saturi e malattie cardiovascolari. Al contrario, i risultati confermano recenti meta-analisi, secondo cui i grassi saturi non hanno relazioni significative con la mortalità totale o con malattie cardiovascolari. Mentre la causa di tale incongruenza nella letteratura medica è poco chiara, si ipotizza che i passati studi abbiano trascurato il ruolo delle fibre che aiutano a prevenire la formazione di placche nelle arterie.
“Le evidenze indicano che dovremmo concentrarci meno su principi nutritivi specifici e più sulla dieta nel suo insieme”, aggiunge Zaman. “La migliore dieta è quella che incorpora cereali integrali, verdure e frutta, proteine sane come pesce, legumi, noci e semi, latte non aromatizzato e yoghurt. Raccomandiamo ancora di concentrarsi su scelte di grassi sani”