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Russia-Ucraina, tra chiacchiere, distintivi e rischio nucleare. Con diplomazia, l’analisi di Francesco Dall’Aglio

Il tam tam di notizie delle giornate del 5 e 6 maggio è stato tutto sul possibile invio di truppe in Ucraina vista la debacle dell’esercito ucraino delle ultime tre settimane e lo sfondamento della difesa da parte delle forze armate russe. 

Il leader democratico della Camera dei Rappresentanti americana, Hakeem Jeffries, non ha escluso l’invio di truppe in Ucraina. Secondo lui, se Kiev perdesse, potrebbe essere necessario un intervento.

Secondo Asia Times, la Francia ha ufficialmente inviato le sue prime truppe in Ucraina, circa cento uomini. I soldati francesi provengono dal 3° reggimento di fanteria francese, che è uno degli elementi principali della Legione Straniera e sarebbe stato schierato a sostegno della 54a brigata meccanizzata indipendente ucraina a Slavyansk. Questa informazione non è stata confermata con alcun mezzo ufficiale. A rispondere a questa notizia è Dmtrj Peskov, portavoce del Cremlino che ha detto: “I nostri militari stanno controllando queste informazioni”. Nel frattempo l’ambasciatore francese in Russia è stato convocato al Ministero degli Esteri russo, senza che sia stata resa pubblica la motivazione.

La Germania ha richiamato il suo ambasciatore in Russia per consultazioni in relazione alle accuse contro Mosca riguardo a presunti attacchi informatici.

A preoccupare però sono le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev: “C’è una sorta di degrado totale della classe dirigente in Occidente e questa classe in realtà non vuole collegare logicamente le cose elementari”. “L’invio delle loro truppe nel territorio dell’ex Ucraina comporterà l’entrata diretta dei loro paesi nella guerra, alla quale dovremo rispondere. E, ahimè, non sul territorio dell’ex Ucraina. In questo caso, nessuno di loro si potrà nascondere né a Capitol Hill né al palazzo dell’Eliseo, né a Downing Street 10. Arriverà una catastrofe mondiale. A proposito, Kennedy e Krusciov furono in grado di capirlo più di 60 anni fa, ma gli attuali idioti infantili che hanno preso il potere in Occidente non vogliono capire”.

E poi ha continuato: “Ed è per questo che oggi lo Stato Maggiore ha iniziato i preparativi per le esercitazioni, comprese le attività per i test pratici sulla preparazione e l’uso delle armi nucleari non strategiche”, ha detto Medvedev.

In una nota del Ministero per la Difesa russo si legge: “Lo Stato Maggiore delle Forze Armate russe, per conto di Putin, ha iniziato i preparativi per lo svolgimento di esercitazioni con formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale e delle forze della Marina nel prossimo futuro”. “Durante l’esercitazione verranno svolte una serie di attività per esercitarsi nella preparazione e nell’uso di armi nucleari non strategiche” ha affermato il ministero. “L’esercitazione è finalizzata a mantenere la prontezza del personale e delle attrezzature delle unità per l’uso bellico di armi nucleari non strategiche per rispondere e per garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce di singoli Funzionari occidentali contro la Federazione Russa”.

In merito alle esercitazioni Peskov ha detto. “Le esercitazioni con armi nucleari non strategiche sono collegate con le dichiarazioni dell’Occidente sulla loro disponibilità a inviare truppe in Ucraina”.

Il Ministero degli Interni russo ha inserito nella lista dei ricercati l’ex capo del Ministero degli Esteri ucraino Klimkin, l’ex portavoce della Rada Groysman e l’ex capo del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale Danilov. “Mettere il presidente ucraino Vladimir Zelenskyj e l’ex leader del paese Petro Poroshenko nella lista dei ricercati è il risultato del lavoro degli investigatori russi e di altri dipartimenti competenti”, ha detto l’addetto stampa del presidente russo, Dmitry Peskov.

“I nostri dipartimenti competenti stanno facendo quello che dovrebbero fare, c’è una grande quantità di informazioni che i nostri investigatori stanno raccogliendo – sui crimini del regime di Kiev, di cosa stanno parlando e, in questo contesto, il lavoro è in corso”, Peskov ha detto, commentando il messaggio del Ministero degli Interni russo sull’annuncio, che sono ricercate diverse personalità ucraine, tra cui Zelenskyj e Poroshenko.

Secondo il servizio segreto russo: “Gli Stati Uniti hanno intensificato gli sforzi per trovare un’alternativa a Volodymyr Zelenskyj come presidente dell’Ucraina”. “Zelenskyj inizia a perdere la battaglia per ‘le menti e i cuori’ degli ucraini e la sua legittimità è completamente persa dopo il 20 maggio” ha detto in una dichiarazione pubblica il Servizio segreto estero russo.

L’analisi del prof. Francesco Dall’aglio

Ieri pomeriggio sia l’ambasciatore britannico Nigel Casey (nella foto, non felicissimo) che l’ambasciatore francese Pierre Levy sono stati convocati al Ministero degli Esteri a Mosca, dove sono rimasti rispettivamente per trenta e quaranta minuti. Non hanno rilasciato dichiarazioni, ma ci ha pensato il Ministero degli Esteri russo. All’ambasciatore inglese è stato chiesto conto delle parole di David Cameron, secondo il quale l’Ucraina è autorizzata a usare armi britanniche per colpire il territorio russo, e gli è stato notificato che il governo russo le considera un’escalation molto seria: se dovesse verificarsi un’eventualità del genere, la Russia si riserva il diritto di colpire obiettivi militari inglesi “sia sul territorio dell’Ucraina che altrove”. Non sembra invece che all’ambasciatore francese siano stati fatti discorsi di obiettivi militari da colpire, ma poco dopo Macron ha dichiarato che la Francia sostiene l’Ucraina ma non è in guerra né con la Russia né col popolo russo, e non cerca un cambio di regime a Mosca.
Per dare un po’ più di sostanza al discorso fatto agli ambasciatori, ad ogni modo, poco prima del loro ingresso al Ministero lo Stato maggiore russo ha dichiarato che, su ordine di Putin, ha iniziato le preparazioni per esercitazioni delle forze nucleari non-strategiche (cioè tattiche) “nel prossimo futuro”, nel Distretto Militare Meridionale (che comprende Russia meridionale, territori annessi e Crimea) e con la partecipazione della flotta (ovvero, che le esercitazioni in questione saranno condotte nel Mar Nero). Le esercitazioni, continua lo Stato Maggiore, sono effettuate in risposta alle “affermazioni provocatorie e alle minacce di certi funzionari occidentali” nei confronti della Federazione Russa.
È chiaro che le esercitazioni non saranno condotte con missili nucleari, ma che verranno testati solo i meccanismi di dispiegamento, comando e controllo. Ad ogni modo è un’escalation seria, che viene in risposta a una serie di escalation altrettanto serie da parte di Francia e Gran Bretagla – da cui appunto la convocazione degli ambasciatori. Le dichiarazioni di Macron potrebbero lasciare intendere che il messaggio è stato recepito, considerando anche che, a quanto pare, i colloqui con Xi Jinping non hanno portato ai risultati da lui sperati (quanto queste speranze poi fossero fondate ognuno può immaginarlo): se nei prossimi giorni dalla Francia non si parlerà più di inviare le truppe, la collaudata (ma un po’ rischiosa) tattica “escalate to de-escalate” potrebbe essersi rivelata vincente.
Per quanto riguarda le testate tattiche, visto che se ne parla come fossero fuochi d’artificio solo un po’ più rumorosi: non si sa quante la Russia ne abbia, perché non sono regolate da nessun trattato. Sono certamente meno potenti delle armi nucleari strategiche, ma vanno comunque da un minimo di uno a un massimo di 50 chilotoni, che non è poi pochissimo – per mettere le cose in prospettiva, la bomba di Hiroshima era di 15 chilotoni. Sappiamo con certezza che nell’arsenale russo ci sono testate nucleari tattiche per gli Iskander, per i Kh-59M (lanciati dai Su-24M, Su-30, Su-34 e Su-35S), per i Kalibr (probabilmente), per le bombe a caduta libera (il cui impiego ormai non è più ipotizzabile)e anche proiettili per l’artiglieria da 1 a 3 chilotoni: i 3BV1 da 180 mm, i 3BV2 da 203 mm, i 3BV3 da 152 mm e i 3BV4 da 240 mm. Buona parte dei proiettili nucleari per l’artiglieria è stata deattivata e distrutta, ma sicuramente qualcosa è rimasto, e non è difficilissimo farne di nuovi.

PS – tanto per andare sul sicuro, Tajani ha detto che l’Italia non ha mandato armi che possono colpire il territorio russo.

 

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