Diritti

Sbarchi. Scoraggiare le partenze? Facile, basta aumentare le morti in mare

Continua lo stillicidio dei “porti sicuri” assegnati alle navi delle ONG impegnate in operazioni di salvataggio dei migranti in mare. L’ultima in ordine di tempo è la Life support, la nave della ONG italiana Emergency alla quale è stato assegnato il porto di Marina di Carrara per sbarcare i 21 naufraghi salvati la notte scorsa. Il principio con il quale vengono, secondo il governo, distribuiti gli sbarchi in porti di volta di volta diversi è quello di distribuire i migranti in più località e non avere una concentrazione a Lampedusa o in porti limitrofi. A parte il fatto che non è concepibile che si assegnino, in base a questa considerazione, porti che sono a centinaia di miglia dal luogo di salvataggio costringendo naufraghi ed equipaggio a navigazioni lunghe e spesso in condizioni di mare agitato. Va detto poi che in questo specifico caso si tratta di soli 21 naufraghi che non inciderebbero in nessuna misura in una situazione come quella di Lampedusa dove gli arrivi giornalieri si contano nell’ordine delle diverse decine.

“Stiamo raggiungendo il porto di Marina di Carrara con condizioni meteorologiche non buone. Non c’è motivo di assegnare un porto così lontano per 21 persone, che dovrebbero essere sbarcate prima possibile”.

“Sono persone che hanno subìto violenze, abusi, torture nelle carceri libiche e che invece sono costrette a tre giorni in più di navigazione”.

“Mentre ci stavamo dirigendo verso il porto assegnato dalle autorità, a Lampedusa ci sono stati altri due terribili naufragi in cui sono morte una giovane donna e una bambina, e otto persone risultano disperse.

Non sappiamo se avrebbero potuto essere salvate in tempo, ma mandare le navi in porti lontani impedisce che siano presenti dove la loro presenza è necessaria.

Ma non basta: servono canali di accesso sicuri e una missione europea di ricerca e soccorso”.

Questa è la testimonianza del capo missione della Life support come si legge dai comunicati di Emergency.

E’ del tutto evidente che lo scopo del governo è quello di rendere difficili se non impossibili le missioni di salvataggio. Se l’idea è quella di aumentare il numero di morti in mare per scoraggiare le partenze come si è sentito da alcuni parlamentari della maggioranza lo dica subito e chiaramente il ministro Piantedosi sapremo così qual è il vero motivo di questa insensata politica.

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