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Secondo gli esperti Usa Meloni e Biden “sono più vicini di quanto pensiamo”

A cinque giorni dalla visita ufficiale alla Casa Bianca, Washington si prepara ad accogliere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sottolineando come la premier e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden “siano più vicini di quello che potete pensare”, dall’Ucraina alla Cina, dalla difesa della democrazia alle relazioni economiche. È questo il messaggio che arriva da Atlantic Council, uno dei think tank americani più ascoltati in Usa per la sua posizione in difesa dell’Atlantismo.

“L’ascesa di Giorgia Meloni – scrive in un lungo articolo Valbona Zeneli, docente di Sicurezza nazionale – ha rappresentato una rottura importante con il recente passato del Paese. All’inizio la politica del suo partito aveva suscitato incertezza e preoccupazione riguardo a come” l’Italia “avrebbe affrontato la questione della cooperazione transatlantica”. Ma le azioni di Meloni hanno “chiaramente mostrato un impegno pragmatico e non ambiguo sulle relazioni transatlantiche”.

Meloni alla Casa Bianca il 27 luglio
“Il 27 luglio – continua la docente – Meloni andrà alla Casa Bianca per incontrare il presidente degli Stati Uniti. La visita arriva mentre l’Italia si prepara il prossimo anno ad assumere la presidenza del G7, un ruolo chiave considerati gli attuali eventi geopolitici”. Che cosa può attendersi Biden dalla visita della premier italiana?

“Meloni – continua l’articolo – ha tenuto chiaramente l’Italia legata ai pilastri della comunità europea e transatlantica. Non è stata ambigua verso le autocrazie e, cosa ancora più importante, ha ribadito il sostegno all’Ucraina e chiesto alla Russia di rendere conto della sua aggressione non provocata”. “La chiarezza della sua posizione – si legge – contrasta con le posizioni a volte più ambigue di alcuni partiti della sua coalizione”.

Italia resta legata ai pilastri della comunità europea
L’articolo di Atlantic Council ricorda le parole di Meloni pronunciate a marzo davanti all’aula del Senato, quando disse “il popolo ucraino sta difendendo i valori della libertà e della democrazia sui quali la nostra civilizzazione è fondata”. Fratelli d’Italia, continua, insieme con Lega e Forza Italia hanno votato ripetutamente a sostegno dell’Ucraina, persino sotto il governo di Mario Draghi quando si trovavano all’opposizione.

Un altro fronte che sta molto a cuore a Washington è la posizione dell’Italia riguardo gli accordi strategici con la Cina, la “nuova via della Seta”, che entro fine anno andranno rinnovati o annullati. Gli Stati Uniti si aspettano che l’Italia chiuda la partnership con Pechino.

Verso l’annullamento della “nuova via della Seta”
“Definendo l’accordo ‘un grosso errore – scrive la docente – Meloni ha fatto capire che potrebbe non estendere l’accordo. Con il 51 per cento degli italiani che ha un sentimento negativo verso la Cina, può essere più facile per Meloni allinearsi alla posizione transatlantica”.

Il think tank americano ricorda che a fronte di un ruolo di primo piano come importatore di prodotti cinesi – nel 2022 “l’Italia era il secondo partner europeo più grande, dopo la Germania, con più di 50 miliardi di dollari” – le esportazioni hanno rappresentato “meno del tre per cento, equivalente a soli diciotto miliardi”.

Meloni critica le repressioni autoritarie della Cina
“Appare chiaro – si legge – che la visione ottimistica dell’Italia non è stata soddisfatta”. Inoltre, spiega la docente, Meloni “è una voce forte nel difendere i valori democratici e nel criticare le repressioni autoritarie della Cina da Xinjiang a Hong Kong”, oltre a “criticare la cattiva gestione della pandemia da Covid”.

“Nel pieno delle critiche per le esercitazioni militari cinesi nello Stretto di Taiwan – ricorda Atlantic Council – Meloni disse l’anno scorso che l”l’Unione Europea è un importante mercato per la Cina, che rischia di essere chiuso se Pechino decide di attaccare Taiwan”.

Il valore delle relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti è quasi raddoppiato
Al terzo punto dei temi che saranno sul tavolo nell’incontro bilaterale del 27 luglio, ci sono le relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti, il cui valore “nell’ultimo decennio è quasi raddoppiato, passando da 52 a 100 miliardi di dollari”.

“A differenza di quanto avviene con la Cina – continua l’analisi – il bilancio italiano con gli Usa è sempre positivo”.

“Lo scorso anno – si legge – le esportazioni in Usa hanno raggiunto i 73 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato straniero per l’Italia, pari all’11 per cento di tutte le esportazioni, e a più del 20 per cento per tutte quelle verso Paesi extra Ue”.

Zeneli ricorda che le partecipazioni azionarie italiane negli Stati Uniti sono superiori ai 41 miliardi di dollari, un investimento che sostiene quasi centomila posti di lavoro americani. In pratica, sottolineano a Washington, gli investimenti diretti italiani negli Stati Uniti sono quattro volte quelli in Cina.

Duecento miliardi previsti dal Pnrr
I 200 miliardi previsti dal Pnrr, concentrati soprattutto su tre “assi strategici, la digitalizzazione e innovazione, la transizione ecologica e la resilienza sociale”, puntano ad “attrarre grossi investimenti dagli Stati Uniti”.

Dall’incontro alla Casa Bianca ci si aspettano buone notizie nel campo della collaborazione per l’industria, l’elettronica, le telecomunicazioni e i servizi. “Washington e Roma – continua – dovrebbero, per esempio, aiutare a sviluppare nuove collaborazioni nel campo dell’intelligenza artificiale, la transizione energetica e la difesa”.

“Meloni e Biden – è la conclusione dell’analisi – sono più in sintonia di quanto molti osservatori possono pensare. Biden dovrebbe cogliere l’opportunità di questa promettente partenza” della premier italiana per “costruire” nuove partnership.

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