Diritti

TERRITORI OCCUPATI Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor Benjamin Netanyahu

Si è svolta oggi presso l’Infopoint di Emergency, a Roma, la conferenza stampa per la conclusione della campagna ANPI sulla raccolta fondi a favore delle attività di Emergency a Gaza. Erano presenti Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI, e Rossella Miccio, Presidente nazionale di Emergency.

Emergency è entrata a Gaza a metà dello scorso mese di agosto per offrire assistenza sanitaria alla popolazione. Questo intervento è stato preceduto da alcuni mesi di contatti con le autorità israeliane durante i quali sono state chieste le necessarie autorizzazioni per poter lavorare nell’area umanitaria, operazione non facile visto che, secondo l’aggiornamento di OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) nella prima metà del mese di agosto sono state negate le autorizzazioni a ben 68 missioni umanitarie. La clinica di Emergency nella Striscia di Gaza offrirà primo soccorso, stabilizzazione di emergenza medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post operatorio.

A sostegno di questo intervento ANPI ha voluto aprire una sottoscrizione che terminerà lunedì 13 p.v. che ha raccolto fino ad ora oltre centocinquantamila euro. Il Presidente Pagliarulo ha spiegato come è nata questa raccolta fondi: “L’idea è venuta a fine settembre, ne abbiamo discusso nel gruppo dirigente perché ci trovavamo in una situazione in cui si stava diffondendo un senso di impotenza nei confronti della tragedia che era in corso e che è ancora in corso a Gaza. Allora abbiamo pensato che oltre alle altre iniziative che svolgevamo, che continuiamo e continueremo a svolgere per Gaza, bisognava intervenire sul concreto, su qualcosa di efficace. Abbiamo pensato di dar vita a una sottoscrizione, ma non da soli, bisognava trovare un referente di totale fiducia. La discussione è stata brevissima, diciamo una frazione di secondo, perché il referente di totale fiducia non poteva che essere Emergency. Ci siamo visti io e Rossella, abbiamo concordato in tutto, la raccolta di denaro è in corso, si concluderà materialmente la mattina di lunedì”.

Il risultato è andato oltre le più ottimistiche previsioni:“Siamo rimasti sorpresi dall’esito di questa campagna per molti motivi, perché abbiamo avuto centinaia e centinaia di donazioni di privati e di associazioni e di organizzazioni. Oltre ai privati hanno versato denaro, più di centodieci sezioni o comitati provinciali dell’Anpi e di queste 110 sezioni o comitati provinciali, quattordici organizzazioni nostre dell’Anpi hanno versato ciascuna più di mille euro, arrivando anche a cifre molto superiori.” Ha spiegato ancora Gianfranco Pagliarulo.

Dal canto suo Rossella Miccio ha ricordato le difficoltà che presenta una operazione come quella avviata a Gaza: “Dopo mesi di attesa per ottenere il permesso umanitario, lo scorso agosto EMERGENCY è entrata nella Striscia di Gaza per offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione martoriata dalla guerra. Purtroppo, però, la possibilità di portare aiuto ai gazawi deve fare i conti con grandi limitazioni nell’accesso di personale, farmaci e attrezzature, oltre che con le difficili condizioni di sicurezza e uno spazio umanitario garantito sempre più ristretto. Tanto più in considerazione di queste difficoltà, ringrazio l’ANPI per il sostegno prezioso dato al progetto. Un impegno di cui c’è grande bisogno. I nostri operatori, che pure sono abituati a lavorare in contesti di conflitto, ci dicono infatti che quanto vedono a Gaza è al di là dell’immaginazione sia in termini di distruzione che di condizioni di deprivazione per la popolazione: mancano quasi del tutto acqua, cibo, abitazioni, servizi sanitari, scuole e sicurezza. Per questo è sempre più urgente un cessate il fuoco per Gaza e torniamo a chiedere che il governo si impegni in questa direzione.”

Di grande interessante l’intervento di Roberto Guerrieri, infermiere di Emergency: “La popolazione è allo stremo, i bisogni sanitari sono enormi e gli ospedali locali che ancora sono operativi non riescono a gestirli. EMERGENCY ha iniziato le attività sanitarie nella Striscia di Gaza a novembre supportando la clinica da campo allestita ad al-Mawasi dall’organizzazione palestinese CFTA (Culture & Free Thought Association), dove visita una media di 170 persone al giorno di cui circa la metà minori o bambini. Molti pazienti soffrono di patologie respiratorie, gastrointestinali, cutanee, uno su dieci è malnutrito. Tutte patologie che con l’irrigidirsi delle temperature peggiorano. Tanti anche i pazienti cronici, rimasti per mesi senza terapie. A dicembre ricevuta finalmente la conferma della deconfliction, ossia il riconoscimento che l’area scelta da EMERGENCY è e sarà esclusa da attività militari da parte delle forze armate israeliane, abbiamo avviato il cantiere della nostra clinica e speriamo che nelle prossime settimane possa essere operativa”.

“Noi stiamo operando, come diceva Rossella,” continua Roberto Guerrieri “già da un paio di mesi a supporto di una clinica che viene portata avanti da una organizzazione palestinese, una NG che si chiama CFTA, che prima della guerra si occupava di questioni di genere, diritto della donna, salute riproduttiva e in questo momento, visto il bisogno, si è messa a fare anche salute a tutto tondo e in questo settore sicuramente il nostro apporto garantisce un migliore livello di qualità, nonché poi l’attività che andremo a fare noi con la nostra clinica a breve, che andrà a ampliare proprio l’offerta sanitaria”. “Al di là delle conseguenze dirette della guerra, quello che rende la guerra veramente drammatica è il quotidiano, vedere le persone che arrivano nella nostra clinica private di qualunque forma di dignità, perché è una popolazione che per il 90 per cento ormai non ha più una casa, vive all’interno dei campi profughi. Banalmente andare in bagno diventa un grosso problema perché spesso ci sono delle latrine comuni a cui afferiscono migliaia di persone in condizioni igieniche molto precarie, infatti noi vediamo tantissime patologie gastroenteriche, e una persona affetta da una patologia gastroenterica deve magari percorrere 500-600 metri a piedi e fare un’ora di fila per poter accedere.

Ecco, questa è la guerra per i civili, togliere la dignità agli esseri umani. Il nostro lavoro vuole far riguadagnare dignità aiutando la popolazione e questo secondo me è importante anche perché il lavoro clinico. di fatto. per la stragrande maggioranza lo facciamo attraverso personale sanitario locale che noi assumiamo e formiamo garantendo degli standard di qualità elevati comparabili a quelli occidentali sempre considerando i mezzi a disposizione perché purtroppo lavoriamo in un contesto dove tutto è ridotto all’osso e contingentato”.

La campagna terminerà, come detto, lunedì 13 ma già ora può essere considerato un grande successo visto l’importo raggiunto fino ad ora.






 

 

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