Diritti, Mondo

Russia, tornano i girotondi a sostegno dell’attivista Fail Alsynov. In piazza, nonostante il gelo, sono scese almeno duemila persone

Gli abitanti di Ufa, capoluogo della repubblica russa della Baschiria sugli Urali meridonali, sono tornati in piazza per una nuova manifestazione a sostegno dell’attivista Fail Alsynov, condannato a quattro anni di carcere per incitamento all’odio etnico, in un caso che i suoi sostenitori ritengono legato alle sue posizioni pacifiste e contrarie allo sfruttamento delle risorse naturali della regione. Lo riferiscono i canali Telegram Verstka e SOTAvision, rilanciati dalla testata indipendente Meduza. La mobilitazione in Baschiria è un caso raro nella Russia post-invasione dell’Ucraina, segnata da una dura repressione di ogni tipo di dissenso.

In piazza, nonostante il gelo, sono scese almeno duemila persone secondo i giornalisti locali. Ballano in cerchio, cercano di non riunirsi in un posto solo per non essere presi di mira dalla polizia e camminano da una parte all’altra. Subito dopo l’inizio della protesta, gli agenti della polizia antisommossa sono arrivati sul luogo del raduno e la polizia ha avviato arresti mirati.

Il 17 gennaio, il tribunale di Baymak ha condannato l’attivista a quattro anni di detenzione, ritenendolo colpevole di incitamento all’odio etnico. All’annuncio della sentenza di Alsynov – che si è battuto in passato per la tutela della lingua e cultura baschira – sono accorse migliaia di persone al grido di “libertà”.

La protesta è continuata per diverse ore. La polizia ha usato gas lacrimogeni e granate assordanti contro i manifestanti. Quindici persone sono state arrestate per violazione delle regole sulle manifestazioni e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo le proteste, il Comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale per rivolte di massa e uso della violenza contro un funzionario governativo. Il governatore locale Radiy Khabirov, ritenuto il mandante del procedimento penale contro l’attivista, ha chiamato “traditori” i manifestanti, accusandoli di volere la secessione da Mosca.

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