C‘è un palpabile senso di cauto ottimismo in Iran dopo i colloqui nucleari “costruttivi” con gli Stati Uniti in Oman. Il sostegno al dialogo è trasversale nei media, con i media conservatori, solitamente critici, che suggeriscono che Teheran proietti forza a Muscat. Nel frattempo, il rial iraniano si è rafforzato del 10 per cento rispetto al dollaro USA sul mercato aperto, riflettendo un mutevole sentiment.
Tuttavia, i media intransigenti, da tempo contrari al dialogo con l’Occidente, continuano a insistere sul fatto che i colloqui sono inutili e che la soluzione alle difficoltà economiche del Paese risiede in politiche migliori, piuttosto che nella revoca delle sanzioni statunitensi.
Il 13 aprile i giornali riformisti e moderati hanno elogiato l’avvio dei colloqui con gli Stati Uniti sul futuro del programma nucleare iraniano.
- Etemad ha descritto la sessione indiretta del 12 aprile in Oman come “un passo positivo” e ha citato l’esperto di affari internazionali Kourosh Ahmadi, il quale ha affermato che le due parti saranno in grado di risolvere le loro divergenze “se l’America avrà la volontà politica”.
- Pur essendo complessivamente favorevole ai colloqui, Hammihan ha invitato a cautelarsi contro un “eccessivo ottimismo” in questa fase dell’impegno diplomatico.
- Jomhuri-e Eslami ha attaccato duramente i critici nazionali dei negoziati con gli Stati Uniti, accusandoli di abusare del patriottismo e della religiosità dell’opinione pubblica per “spingere l’Iran verso la guerra”.
- Il principale quotidiano economico Donya-e Eqtesad ha sottolineato che il rial si è notevolmente rafforzato sul mercato aperto, riflettendo “una sorta di cauto ottimismo”.
In particolare, i media conservatori che spesso criticano gli Stati Uniti e si oppongono all’interazione con l’Occidente hanno offerto parole di incoraggiamento.
- Hamshahri, gestito dal comune di Teheran a maggioranza conservatrice, ha affermato che l’Iran ha trasmesso “un messaggio di autorità” in Oman.
- Javan, un affiliato del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), ha affermato che “l’equilibrio di potere si è spostato in modo senza precedenti a favore” dell’Iran. Ha inoltre elogiato “l’eliminazione” delle potenze europee dai negoziati, sostenendo che l’Iran trarrebbe vantaggio dall’allontanamento degli “alleati tradizionali” di Washington.
- Analogamente, il quotidiano Jam-e Jam, gestito dall’emittente statale, ha affermato che l’Iran ha dimostrato di avere “la meglio” perché l’incontro in Oman si è svolto “alle condizioni dell’Iran”, alludendo al formato “indiretto” dei colloqui.
Ma il quotidiano Kayhan, che da tempo si oppone ai colloqui con gli Stati Uniti, continua a sostenere che i negoziati sono inutili.
- L’articolo di apertura del quotidiano estremista del 13 aprile sosteneva che non esiste un percorso chiaro per raggiungere un accordo con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, quindi i negoziatori iraniani non dovrebbero “mettere il Paese in attesa di un accordo”.
- Kayhan, il cui caporedattore è nominato dalla Guida Suprema, ha affermato che il governo deve “dare priorità a un ‘Piano B'”, che dovrebbe comportare la neutralizzazione delle sanzioni statunitensi, il rafforzamento della produzione e l’aumento delle esportazioni non petrolifere.
- Il documento sosteneva che delle politiche praticabili avrebbero potuto dare impulso all’economia, ma non approfondiva il modo in cui si sarebbe potuto migliorare il commercio e attuare le raccomandazioni politiche nonostante le sanzioni persistenti.
Nel frattempo, la Guida Suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, si è astenuta dal commentare i colloqui in Oman in un discorso ai comandanti militari del 13 aprile.
- Il discorso di Khamenei si è concentrato principalmente sulla necessità della “massima preparazione” delle forze armate iraniane.
- La guida suprema ha accusato le potenze occidentali di usare i media per “diffondere affermazioni [sull’Iran] che non sono vere” e ha criticato “i loro doppi standard”.
- Khamenei ha inoltre affermato che le potenze mondiali si ritengono autorizzate a possedere le armi più distruttive, mentre ritengono inammissibile il progresso difensivo degli altri, con un evidente riferimento alle richieste degli Stati Uniti all’Iran di limitare il suo programma missilistico.