L’esercito israeliano ha iniziato a trasferire incubatrici dagli ospedali israeliani all’ospedale Al Shifa nella Striscia di Gaza: lo afferma un portavoce del governo per la stampa estera, come riporta Haaretz. Le forze di difesa israeliane lavorano “con qualsiasi parte mediatrice affidabile” per garantire che le incubatrici siano consegnate in modo sicuro. Ieri il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 32 pazienti sono morti nell’ospedale negli ultimi giorni, inclusi tre neonati prematuri.
Cinque palestinesi sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano nell’area di Tulkarem, nel nord della Cisgiordania occupata. Lo ha reso noto all’agenzia Afp il direttore dell’ospedale di Thabet, Amin Khader, dove sono stati registrati i decessi. Si tratta di uomini di età compresa tra 21 e 29 anni, che sono stati uccisi durante un’operazione dell’esercito israeliano che ha confermato alla Afp un’operazione in questo settore della Cisgiordania.
Le forze di difesa israeliane hanno annunciato che altri due soldati sono stati uccisi nei combattimenti contro Hamas nel nord della Striscia di Gaza, portando così il bilancio delle vittime dell’operazione di terra israeliana a quota 46. Lo riporta il Times of Israel. I due soldati avevano 21 e 27 anni.
Dire – Le forze di Tel Aviv stanno concentrando sugli ospedali le loro operazioni, in particolare nel Nord, dove prosegue l’avanzata di terra. Israele nega questi attacchi diretti. Sempre nell’ambito dell’operazione militare, all’indomani del 7 ottobre Israele ha inoltre tagliato luce, acqua e connessione internet, e bloccato l’ingresso di carburante, generi alimentari e medicinali. Questo, unito ai raid, ha costretto i principali ospedali di Gaza City, lo Shifa e Al-Quds, a interrompere ogni attività. Il secondo è gestito dalla Mezzaluna rossa palestinese. “Nel nord della Striscia è una catastrofe– premette la portavoce- gli ospedali sono nel mirino dei bombardamenti aerei e dei colpi d’artiglieria. Qualche giorno fa- accusa Farsakh- le forze israeliane hanno sparato a una persona che stava entrando nel nostro ospedale, il giorno dopo hanno sparato all’interno in una unità di terapia intensiva, uccidendo una persona e ferendone 28. Non c’è più niente da mangiare. Lo scorso fine settimana- continua Fersakh- i profughi che avevano trovato rifugio nella nostra struttura, circa 6mila, hanno deciso di andarsene verso sud nonostante i rischi di muoversi in una zona di guerra. Ora sono rimaste 600 persone tra pazienti, familiari e staff medico”. Per questa ragione, riferisce la responsabile, ieri il personale di Al-Quds ha coordinato con l’esercito israeliano l’evacuazione di queste persone verso l’ospedale Al-Amal, a Khan Younis: “Varie ambulanze e mezzi avrebbero dovuto raggiungere Al-Quds nel primo pomeriggio, ma l’esercito ha fermato il convoglio per delle perquisizioni, dopodiché gli ha impedito di proseguire, sostenendo che erano in corso combattimenti”. (Dire)