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“Gravissimi disordini nel carcere di Santa Maria Capua Vetere”, la denuncia della Uilpa della Penitenziaria

“Gravissimi disordini, con detenuti che avrebbero asserragliato alcune sezioni detentive dopo averle vandalizzate e, sembrerebbe, aver temporaneamente trattenuto un paio di operatori del corpo di polizia penitenziaria, sarebbero in corso presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere – a renderlo noto in un comunicato, Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Di nuovo il carcere sammaritano sotto i riflettori, dopo le torture della polizia penitenziaria sui detenuti, come ritorsione per le rivolte durante la pandemia nel 2020. Episodio da cui è scaturito un processo.

I disordini, stando alle poche notizie trapelate solo grazie alla nota del sindacato “sarebbero da qualificare come vera e propria rivolta e interesserebbero l’intero reparto Volturno con circa 250 detenuti presenti”. Da fonti ancora da verificare, i disordini sarebbero scaturiti dal ritrovamento di telefonini nelle celle di alcuni detenuti. Al sequestro degli apparecchi si è scatenata la protesta contro gli agenti della Penitenziaria

“Nostro malgrado, la situazione nelle carceri del Paese continua a essere esplosiva e si sta puntualmente verificando quanto avevamo ampiamente previsto e ripetutamente denunciato, con disordini collettivi che minano alle fondamenta, oltre che l’ordine e la sicurezza penitenziaria, lo stesso senso dell’istituzione carceraria e della finalità della pena secondo le prescrizioni dell’articolo 27 della Carta. Proprio mentre la premier, Giorgia Meloni, rispondeva alla conferenza stampa senza dare, in verità, grosse indicazioni sul carcere – dire che il sovraffollamento si risolve aumentando la capienza delle carceri è un po’ come ribadire la morte di La Palice – o fornendole in modo fuorviante (il saldo fra agenti di Polizia penitenziaria che cessano dal servizio e quelli che vengono assunti è sempre in negativo – a Santa Maria Capua Vetere si combatteva quasi come in luoghi di guerra“, aggiunge il sindacalista Gennarino De Fazio.Secondo De Fazio “la Polizia penitenziaria starebbe intervenendo per ripristinare l’ordine, anche con unità libere dal servizio e appositamente richiamate, e sul posto starebbero accorrendo varie autorità. Nella speranza, per quanto abbastanza utopistica, che alla fine di tutto i danni siano solo materiali, ribadiamo che non bastano le parole e i buoni propositi. Bisogna – continua De Fazio – passare ai provvedimenti concreti. Servono subito un decreto carceri che affronti l’emergenza deflazionando la densità detentiva e rinforzando tangibilmente gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18mila unità, e un progetto di riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, con anche la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Lo ribadiamo, il resto rischia di essere solo un palliativo, se non addirittura un placebo”.

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