Cucina Pensante

Guai a sbucciare il Made in Italy

Sotto la pressione della crisi aumenta il commercio di surrogati, sottoprodotti e aromi artificiali oltre che di alimenti a basso costo ma a rischio elevato, come dimostra il fatto che le importazioni agroalimentari in Italia hanno raggiunto la cifra record di 39 miliardi di euro nel 2013 con un aumento del 20 per cento rispetto all’inizio della crisi nel 2007.

“A preoccupare”, spiega Coldiretti, “è anche l’arrivo sul territorio nazionale nel 2013 di 1,6 milioni di chili di lenticchie dalla Turchia che, secondo l’Efsa, sono irregolari in un caso su quattro (24,3 per cento) per residui chimici in eccesso e delle arance dall’Uruguay che presentano il 19 per cento dei campioni al di sopra dei limiti di legge per la presenza di pesticidi come imazalil ma anche di fenthion, e ortofenilfenolo vietati in Italia”.

Il resto della classifica comprende le melagrane dalla Turchia (40,5 per cento di irregolarità), i frutti della passione dalla Colombia (25 per cento), l’ananas del Ghana (15,6 per cento), le foglie di tè dalla Cina (15,1 per cento), il riso indiano(12,9 per cento) che con un quantitativo record 38,5 milioni di chili nel 2013 è il prodotto a rischio più importato in Italia, i fagioli dal Kenya (10,8) e, all’ultimo posto, i cachi da Israele (10,7 per cento).

L’Italia, che secondo l’Efsa vanta livelli di sicurezza unici in Europa, con una quantità di prodotti agroalimentari con residui chimici sopra i limiti pari allo 0,2 per cento (nove volte meno della media europea e 32 volte meno i livelli medi extracomunitari), si trova a dover fare i conti con un pericolo che riguarda soprattutto i consumatori più colpiti dalla crisi, costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, ricchi di ingredienti di scarsa qualità e facilmente contaminati.

Il made in Italy che non si sbuccia

Mandorle
Gran parte delle loro proprietà – e ne sono veramente tante – risiede proprio nella buccia.
Lì si trovano flavonoidi, ma anche tante altre sostanze che producono un aumento significativo della popolazione dei batteri intestinali buoni, tra cui i bifido batteri, Clostridium coccoides ed Eubacterium rectale. Non solo, secondo alcune ricerche, la buccia aiuterebbe a rinforzare il sistema immunitario.

Agrumi
La buccia si può grattuggiare sui propri dessert o su altri piatti. Questo perché la pelle degli agrumi contiene circa quattro volte di fibre in più del frutto stesso, oltre a rendere i nostri dolci ancora più buoni!

Mele
Alcuni studi avrebbero dimostrato che la buccia della mela può abbassare il colesterolo cattivo e ridurre i grassi nel sangue, proteggendo così da malattie cardiache, obesità e diabete. Sembra che la buccia, inoltre, nutra anche i muscoli, prevenendo l’atrofia che compare con l’avanzare dell’età. La buccia della mela contiene vitamina C e sali minerali: zolfo, potassio, fosforo, calcio, magnesio, sodio, ferro, fruttosio, acido malico e pectina, quest’ultima utile per combattere la stipsi.

Cipolle
Qualcuno potrebbe rimanere un po’ scosso da questa informazione, ma sembra che nelle bucce delle cipolle risiedano dei potenti flavonoidi, sostanze anti-infiammatorie e anti-ossidanti. La conferma giungerebbe da una ricerca  secondo cui “la pelle marrone potrebbe essere usata come ingrediente funzionale ricco di fibre alimentari (principalmente del tipo non solubile) e composti fenolici, come la quercetina e altri flavonoidi (metaboliti vegetali con proprietà medicinali). I due strati esterni carnosi della cipolla contengono anche fibre e flavonoidi.” Una soluzione per utilizzarla? Farne una minestra.

Cetrioli
I cetrioli sono un tipo di verdura comunemente mangiata con la buccia. Un bene, visto che proprio nel loro strato esterno risiedono tantissimi sali minerali, come potassio, calcio, fosforo, ferro e soprattutto silicio, che contribuisce alla formazione di cheratina e collagene

Prugne
La buccia delle prugne, soprattutto di quelle nere, contiene fibre, sali minerali e vitamina A. Il frutto in genere, sia nella polpa che nella buccia, è ricco di flavonoidi che contrastano l’invecchiamento e l’azione dei radicali liberi.

Pesche
La buccia delle pesche, invece, è già un po’ più difficile da mangiare. Per alcuni soggetti, può essere fonte di allergie e ricettacolo di pesticidi. Se siete sicuri di ciò che acquistate e non avete particolari intolleranze alimentari, vi interesserà sapere che la buccia di questo frutto è ricca di fibre, soprattutto di pectina, utile a regolarizzare il transito intestinale, ma anche di potassio, vitamina A e C.

 

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