Gli effetti del conflitto sull’economia mondiale sono stati, finora, piuttosto limitati. Il petrolio è cresciuto da 84 a 92 dollari al barile, ma al momento sembra essersi stabilizzato. Nel frattempo, però, a far spese della crisi è l’economia di Israele. Il paese si è praticamente fermato: molti negozi sono chiusi, gli studenti sono tornati alle lezioni online, e il richiamo di 360mila riservisti costringe a rallentare la produzione. Anche il turismo è crollato: i voli in entrata a Tel Aviv sono calati del 65% nel giro di due settimane.
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