Economia

Sanità pubblica verso il baratro, anche gli psicologi si preparano allo sciopero

Nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef) 2023, deliberata il 27 settembre 2023 e resa pubblica il 30 settembre, relativamente alla sanità, si legge che “La Legge di Bilancio 2024 prevederà, per il triennio 2024-2026, stanziamenti da destinare al personale del sistema sanitario”. Inoltre, il Governo dichiara collegati alla decisione di bilancio due disegni di legge: il primo in materia di riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza territoriale nel Ssn e dell’assistenza ospedaliera; il secondo in materia di riordino delle professioni sanitarie e degli enti vigilati dal ministero della Salute.

Solo chiacchiere
Se a parole la Nadef 2023 afferma l’intenzione di stanziare risorse per il rilancio del personale sanitario nel prossimo triennio – commenta Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – i numeri non lasciano intravedere affatto i fondi necessari, ma viceversa documentano segnali di definanziamento della sanità pubblica ancor più evidenti di quelli del Def 2023, le cui stime previsionali sulla spesa sanitaria sono state riviste al ribasso. Oggi la grave crisi di sostenibilità del Ssn non garantisce più alla popolazione equità di accesso alle prestazioni sanitarie con pesanti conseguenze sulla salute delle persone e sull’aumento della spesa privata. A fronte di questo scenario, le stime Nadef 2023 spingono la sanità pubblica sull’orlo del baratro, confermando che il rilancio del Ssn non rappresenta una priorità politica nell’allocazione delle, pur limitate, risorse. Scivolando, lentamente ma inesorabilmente, da un Servizio sanitario nazionale basato sulla tutela di un diritto costituzionale, a 21 sistemi sanitari regionali basati sulle regole del libero mercato. E, ignorando, rispetto ad altri paesi, che lo stato di salute e benessere della popolazione condiziona la crescita del Pil: perché chi è malato non produce, non consuma e, spesso, limita anche l’attività lavorativa dei propri familiari».

“La Fassid – la Federazione in cui è compresa anche AUPI – ha dichiarato lo stato di agitazione, a cui seguiranno lunghe e dolorose battaglie. Siamo in attesa che il ministro della Salute ci convochi, dopo la richiesta effettuata, unitamente all’intersindacale, per chiarire le ragioni che sono alla base della protesta”. Lo ha reso noto il Segretario generale nazionale del sindacato degli Psicologi italiani, Ivan Iacob.
“Lo ripetiamo di nuovo – ha precisato -: la manovra del Governo purtroppo infrange un patto tra generazioni, cambiando, in modo iniquo, le regole in corsa: nessun preavviso o possibilità di proteggersi con pensioni integrative”.
Iacob lancia un monito: “In questi giorni, assistiamo sempre più a colleghi che decidono di uscire entro il 2023, per non cadere vittime di questa enorme ingiustizia. Assisteremo ad uno svuotamento del sistema sanitario, con una grave ripercussione sul benessere delle persone”.
“La nostra categoria è di fronte ad un importante cambio generazionale – si conclude l’analisi del Segretario generale nazionale AUPI – e questa iniqua norma ci tocca da vicino: per questo siamo determinati nel protestare e ci riserviamo di attivarci per ulteriori forme di protesta. Protestando contro questo “scippo” che impoverirà il sistema sanitario. Dirigenti Medici e Sanitari non meritano un simile trattamento”

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