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L’Italia si astiene nella risoluzione Onu per una tregua a Gaza. Israele sbeffeggia, distrugge e massacra con tank e missili

L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato, ieri sera, la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania a nome degli Stati arabi che si concentra sulla tregua a Gaza, garantendo l’ingresso degli aiuti e impedendo lo sfollamento forzato.
Il testo, che non ha valore vincolante, ha ottenuto 120 voti a favore, 14 contrari (tra cui gli Usa e Israele) e 45 astenuti, tra cui l’Italia.

L’assenza di ogni riferimento di condanna alla strage del 7 ottobre commessa dai miliziani di Hamas è alla base della scelta dell’Italia di astenersi dal votare la risoluzione presentata dagli Stati arabi all’Assemblea generale dell’Onu e che chiedeva la tregua a Gaza. Lo ha spiegato l’ambasciatore italiano Maurizio Massari nel suo intervento a conclusione della votazione.

“L’Italia è e sarà con fermezza solidale verso Israele – ha sottolineato all’Assemblea l’ambasciatore Massari – per noi la sicurezza di Israele non è negoziabile. Questo è ciò che il governo italiano, dal primo ministro al ministro degli Esteri, ha sempre sostenuto”. Massari ha invitato quindi a “non cadere nella trappola dei terroristi” che “vogliono trasformare il Medio Oriente in uno scontro di civiltà, religioso e culturale. Noi – ha aggiunto – non lo permetteremo”.

Indifferenti alle pressioni internzioni, l’esercito israeliano ha intensificato stanotte bombardamenti e blitz con truppe di terra e tank, entrati nella Striscia.

Per gli abitanti è stata “la notte peggiore” da inizio guerra,riferisce Haaretz.Nel mirino i tunnel di Hamas,che chiama alle armi i palestinesi della Cisgiordania.

“La vendetta inizia stanotte”, ha annunciato Regev,consigliere politico di Netanyahu. L’esecito dice di aver ucciso il capo delle forze aeree di Hamas. Amministrazione Usa “preoccupata” per la possibile escalation del conflitto.

“Del Centro per la vita indipendente di Gaza City non sappiamo assolutamente nulla, neanche se è stato colpito. Manca l’acqua, che già in situazioni normali a Gaza per il 97% è inquinata, non c’è la benzina per far funzionare gli apparecchi elettromedicali negli ospedali, non abbiamo notizie concrete sui problemi che hanno cooperanti e beneficiari, anche a livello di alimenti, visto che gli aiuti umanitari non riescono ad accedere. Io sono perfettamente d’accordo con il segretario generale dell’Onu Guterres, sono 15 o 20 anni che non si parla più della soluzione della questione palestinese. È in atto un genocidio”. È preoccupato Giampiero Griffo, presidente del Rids, l’Associazione Rete Italiana Disabilità e Sviluppo Onlus che opera all’interno della Striscia di Gaza anche attraverso un Centro per la vita indipendente nato nel 2018 per supportare le persone con disabilità che, secondo il Palestinian Center Bureau of Statistics, rappresentano il 6,9% della popolazione di Gaza.

“Israele vuole vendicarsi e le vendette non prevedono regole: la distruzione è totale – prosegue Griffo –. Per le persone con disabilità questo significa non solo il blocco totale delle cure ma anche una situazione di maggiore esposizione ai bombardamenti. Immaginatevi cosa possa voler dire per una persona in sedia a ruote dover lasciare la propria casa in pochi minuti per non finire sotto le bombe. Si parla di oltre 7mila morti e di 18mila feriti palestinesi, che rischiano di diventare disabili specie in mancanza di accesso alle cure”. Al momento i rappresentanti italiani del Rids non riescono ad avere informazioni da Gaza, neppure rispetto ai cooperanti palestinesi, alcuni dei quali con disabilità, che hanno contribuito alla gestione del Centro per la vita indipendente.

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