Attualità, Editoriale

Nessuno resterà indietro. Basta seppellirlo

Nessuno resterà indietro. Quanti siamo?  Otto miliardi di persone, non importa, nessuno resterà indietro. Al di là del fatto che quando si usa questa espressione stiamo evidentemente vaneggiando, se c’è una frase fatta che mi fa accapponare la pelle è proprio questa: “nessuno resterà indietro”.

Motivo della mia idiosincrasia letterale sta probabilmente nel pensare che nessuno resterà indietro perchè chi sta dietro spesso, quando non ce la fa più, casca e non si rialza più. In pratica non resterà indietro perchè, steso a terra, nessuno lo vede più. Non so quanti di voi si è trovato in difficoltà. A me, come a tanti, è successo e per questo credo di comprendere “a pelle” l’argomento”. La dinamica comunque non è difficile, se si vuole, da comprendere. Dimenticate il passato di un qualsiasi signor rossi. Potrebbe essere stato un ricco commerciante o un brillante imprenditore, un fisico nucleare, un talentuoso metalmeccanico, un agricoltore o un disoccupato con reddito di cittadinanza. Prendete invece in considerazione l’attimo fatale. Concentratevi su quelle lancette dell’orologio a muro che all’improvviso si mettono a girare come impazzite finché, d’improvviso, si bloccano come se un’esplosione catastrofica avesse fermato il tempo intorno a se.

In verità è solo la vita che ti mette, quando meno te lo aspetti, di fronte a tante scelte fatte negli anni. E’ allora che capisci bene che “non cosciente”, coscienza e comportamento sono fatalmente connessi. Te ne rendi conto quando tua moglie decide di mollarti e ti lascia con una figlia da mantenere oppure no, quando il fegato ti schiatta e ti ritrovi senza birra sul letto di un ospedale. Com’è successo? E adesso chi ci pensa agli animali, al condominio, alle bollette lasciate ingiallire sul comò di casa. Sono tanti i casi possibili e a volte ci si mette anche il fato di traverso. Sì, perché che colpa se hai messo su quel ristorantino sul lago. Certo hai dovuto vendere tutto e chiedere prestiti in ogni dove, ma mai potevi aspettarti che una bomba d’acqua ti portasse via tutto. Cambiamo scena. Le tue serate vanno a gonfie vele. Non c’è organizzatore di eventi che non ti voglia sul palco per incantare centinaia di fan assiepati sin dalla mattina presto sul prato nella speranza, magari, di farsi un selfie con il loro idolo preferito.  Poi, perchè hai iniziato a rifiutare prima le tournée considerandole troppo faticose, poi i concerti in piazza, infine anche una banale passerella televisiva. Sembravi sempre allegro in verità nascondevi un carceriere che ora ti tiene immobile sul divano.
Basta così. Torniamo all’orologio a parete. Lentamente le lancette tornano a girare. Una buona psicoterapia ti ha rimesso in piedi, gli angeli del fango ti hanno aiutato a ripulire il ristorante, il fegato torna a sgambettare. Si riparte, dunque. Qualche amico ti fa dei regali, rateizzi le bollette, i parenti ti riempiono il frigo. Dai ce la facciamo.
 Sì, ma il governo ha tolto il reddito di cittadinanza, per l’alluvione non sono ancora arrivati gli aiuti promessi, quell’agente non mi chiama più neanche per le comunioni. Dovrei comprarmi un paio di occhiali nuovi, non ci vedo più. Sono saltate due rate del mutuo che che posso farci mica posso andare a rubare. Certo che il dentista me lo scordo, ma anche il barbiere e non posso neanche chiamare l’idraulico anche se l’acqua si sta infiltrando nelle pareti di casa. Ah bene, mi hanno staccato il gas userò la corrente elettrica anche se è meno economica. Meglio fare un salto in Coldiretti, magari mi trovano una soluzione. Oh cavolo, sto indietro di un anno con i pagamenti e conseguentemente, adesso che ne ho proprio bisogno, non possono più aiutarmi. Oh cavolo, mi hanno fatto la multa per aver parcheggiato senza pagare il posteggio d’altronde gli ultimi due euro se li davo al Comune non potevo darli al fornaio. Non c’è problema: nessuno resterà indietro, si impiccherà semplicemente quando riceverà il fermo amministrativo della macchina per non aver pagato la tassa sui rifiuti o il pignoramento della casa per quelle cambiali mai onorate.
Puoi piegare la storia come vuoi, ma è quel capita oramai a sempre più persone. Nell’Ohio come a Colleferro. Storie che non fanno più notizia anche se il numero di  persone –  costrette a fare le file fuori dei punti di distribuzione cibo è aumentato negli ultimi mesi e continua ad aumentare. Così, mentre scende la notte e in tv trasmettono  “un posto al sole”, milioni di italiani, come ogni sera, si apprestano a fare i conti e a chiedersi se riusciranno ad arrivare a fine settimana.

 Stando ad alcuni calcoli effettuati dai coltivatori diretti, sarebbero oltre tre milioni le persone che, in varia forma, hanno chiesto aiuto per mangiare. In dodici mesi, attraverso le numerose forme di solidarietà comunque presenti in Italia, sarebbero state distribuite circa 92mila tonnellate di cibo. I bambini sotto i 15 anni che hanno bisogno di assistenza per l’alimentazione sarebbero oltre mezzo milione; gli anziani poco meno. Circa il 20 per cento di chi ha fame arriva dall’estero; mentre cresce la porzione di italiani che, magari fino a poco tempo fa, erano in condizioni di relativo sostentamento e che adesso sono precipitati. Si ingrossano le file dell’Italia della povertà. E, stando alle ultime previsioni di un po’ tutte le componenti del vasto mondo della solidarietà  queste compagini paiono destinate ad ingrossarsi ancora di più.

Il carrello degli italiani è sempre più striminzito. Ad uscire dalle borse della spesa sono soprattutto gli alimenti freschi e quelli di maggiore qualità; si fanno spazio, invece, i cosiddetti cibi low cost non sempre perfettamente controllati e dalle origini più disparate. Costretti dal portafoglio sempre più vuoto, gli italiani spesso rinunciano alle buone tradizioni attente alle qualità di ciò che arriva in tavola.

Un altro dato. A marzo 2023, secondo la Federazione autonoma dei bancari italiani, il totale delle rate non pagate da quasi un milione di famiglie italiane si è attestato a quasi 15 miliardi. Nel dettaglio le elaborazioni della Fabi, realizzate con le statistiche della Banca d’Italia, evidenziano come 5,7 miliardi sono sofferenze, cioè credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, vale a dire denaro che realisticamente le banche non recupereranno. Ma state certi che le banche non lasceranno nessuno indietro.

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