Diritti

NON SOLO SALIS Fratello Cammalleri: “Luca ragazzo solare, ha perso il sorriso recluso in Romania. Lo tengono in vita le telefonate”

Di rado si sente parlare di loro, ma Filippo Mosca e Luca Cammalleri continuano a vivere un incubo nelle prigioni romene. “Luca ha perso il sorriso, ogni volta che lo vado a trovare lo vedo ingrassato, con lo sguardo perso nel vuoto e l’unica cosa che lo tiene in vita sono le nostre telefonate”. Lo dice all’agenzia stampa Ansa, Pietro Cammalleri, il fratello di Luca, amico di Filippo Mosca, anche lui in carcere a Porta Alba, a Costanza, in Romania da quasi 11 mesi insieme a un’altra ragazza italiana.
“Luca è sempre stato un ragazzo solare – aggiunge il fratello – un ragazzo che ha girato l’Europa, ha compiuto 30 anni a giugno chiuso in cella. Al telefono mi ripete che è stanco, che sta male e noi soffriamo con lui per questa situazione assurda.
Si rende conto che non ci sono speranze di tornare a casa, l’unica cosa che desideriamo per Luca e per i ragazzi”.
Pietro Cammalleri lavorava come informatore medico-scientifico a Cremona, ma appena è scoppiato il caso del fratello ha chiesto alla sua azienda di essere trasferito a Caltanissetta per stare vicino alla madre. “Non fa nulla tutto il giorno – spiega Pietro – l’unico svago è la tv che ovviamente è in romeno, in quel carcere non si fa alcuna attività culturale, sportiva, lavorativa. Questa è violenza psicologica, è una vita terribile. Noi soffriamo insieme con Luca”, conclude.

“In Romania le condizioni di vita in carcere non interessano a nessuno. Il suo stato d’animo è a terra», afferma Claudia Crimi, 26 anni, fidanzata di Mosca. La madre del ragazzo, Ornella Matraxia, confessa sconsolata di «avere paura».

A fine gennaio, dopo che a Budapest Ilaria Salis è stata portata in aula con guinzaglio e catene, il caso dei due ragazzi di Caltanissetta è finito sui giornali italiani. Matraxia ha denunciato le terribili condizioni di detenzione che figlio e amico subiscono nella prigione di Porta Alba a Costanza: topi, aggressioni, cibo immangiabile, 22 persone tenute in una cella di 30/35 metri. Grazie all’attenzione mediatica – che ha avuto eco anche in Romania – Mosca, Cammalleri e gli altri italiani reclusi in quel carcere sono stati trasferiti in una cella da sei posti, dove le condizioni di sicurezza sono migliorate, ma quelle igieniche restano molto precarie.

 

Questo giornale vive di donazioni. Ecco come fare per offrire nuova linfa all’informazione indipendente

Puoi effettuare una donazione una tantum, mensile o annuale, utilizzando PayPal.

Condividi