Mondo

Personaggi. Leila Khaled: “Ho una causa più grande e più nobile di me stessa, una causa alla quale tutti gli interessi privati e le preoccupazioni devono essere subordinate”

Il 29 agosto del 1969 il volo 840 della Trans World Airlines fu dirottato dal Fronte di Liberazione della Palestina all’aereoporto di Damasco, dove, fatti scendere i passeggeri, l’aereo venne fatto saltare parzialmente in aria. Nessun morto, nessun ferito. I dirottatori erano in due: Salim Issawi e Leila Khaled. In quegli anni i dirottamenti di voli internazionali furono la principale arma di lotta politica usata dai palestinesi; questo perché garantiva loro una visibilità mondiale, un modo per fare luce sulla loro condizione. La Khaled divenne una figura famosissima grazie a questa operazione e altrettanto famosa anche una sua foto dove imbraccia un AK-47. Ciò le provocò grossi problemi. Per sfuggire ai riconoscimenti delle autorità israeliane si sottopose a vari interventi di chirurgia plastica facciale.

Khaled nacque ad Haifa e da bambina scappò con la sua famiglia durante l’esodo palestinese del 1948, separandosi dal padre e trovando rifugio in Libano. Fin da adolescente partecipa alla vita politica entrando nel Movimento Nazionalista Arabo e in particolare nel ramo locale, ossia Fronte di Liberazione. Le sue esperienze di vita e le sofferenze del suo popolo la portarono a sviluppare la sensibilità politica che la accompagnerà per tutta la vita, anche dopo aver cessato la lotta armata.

Dopo il dirottamento del 1969 Khaled partecipò a un secondo dirottamento, parte di una campagna che coinvolse altri cinque voli fra il 6 e il 13 settembre, noti come i dirottamenti di Dawson’s Field, un’area pianeggiante vicino la città Giordana di Zarqa. Lei, insieme al sandinista Patrick Arguello, dirottò il volo 219, Tel-Aviv-New York, della compagnia israeliana El Al. Fu un fallimento: durante una colluttazione il suo compagno fu ferito a morte e lei dovette arrendersi ai poliziotti presenti sul volo; nonostante avesse a disposizione una granata, decise di seguire l’ordine di non mettere in pericolo i passeggeri. L’aereo atterrò in Inghilterra dove la Khaled fu arrestata. Fu rilasciata dopo quasi un mese di trattative che coinvolse uno scambio di prigionieri e tornò in Giordania dove vive tutt’ora.

Oggi continua la lotta palestinese non più come combattente ma come attivista politica di fama internazionale: infatti viaggia da anni in giro per il mondo tenendo conferenze sulla situazione palestinese e nel Medio Oriente, inoltre è divenuta un ospite costante di Al-Jazeera. Spesso le viene chiesto se, con il senno di poi, ne sia valsa la pena condurre una vita di lotta per la liberazione del popolo palestine e lei risponde sempre di sì: l’operazione dei dirottamenti diede risalto mondiale al dramma palestinese, non c’era altra via.

Lorenzo Bonaguro (Spi)

Condividi