Diritti

Preoccupano le condizioni di salute di Rula Hassanein e di sua figlia. La giornalista palestinese è agli arresti per propaganda sui social

Il 19 marzo, le forze militari israeliane hanno arrestato Rula Hassanein, redattrice del Wattan Media Network con sede a Ramallah. La reporter è stata bendata e ammanettata dai soldati, senza dare spiegazioni, nella sua casa nel quartiere di Al-Ma’asra di Betlemme, in Cisgiordania.

I militari hanno confiscato il computer portatile e il cellulare e hanno condotto la donna nella prigione di Damon, vicino alla città israeliana settentrionale di Haifa. La denuncia arriva dal gruppo palestinese per la libertà di stampa MADA e dal gruppo per la libertà di stampa con sede a Beirut SKeyes .

Hassanein è stato portata davanti al tribunale militare della Giudea, che si trova nella prigione di Ofer, a nord-ovest di Gerusalemme, il 25 marzo e accusata di propaganda sui social media e sostegno a un’organizzazione vietata dalla legge israeliana, secondo il MADA e i documenti del tribunale esaminati dal CPJ.

La salute della figlia Elia, nata prematuramente, che soffre per un sistema immunitario debole e di ulcere sui palmi delle mani, sui piedi e sulla bocca, è peggiorata all’arresto di sua madre essendo allattata esclusivamente al seno, secondo quelle fonti e rapporti medici, esaminati dal CPJ. Hassanein ha dato alla luce l’anno scorso due gemelli, Elia e Youssef, al settimo mese di gravidanza. Il terzo neonato non ce l’ha fatta a causa di complicazioni nel parto: Youssef purtroppo è morto tre ore dopo la nascita.

“Chiediamo alle autorità israeliane di rilasciare Rula Hassanein per motivi umanitari in modo che possa prendersi cura della figlia malata di nove mesi”, ha affermato il direttore del programma CPJ Carlos Martínez de la Serna. “Israele dovrebbe consentire ad Hassanein di rispondere alle accuse contro di lei in un tribunale civile, piuttosto che in uno militare non idoneo ad affrontare le preoccupazioni relative ai post sui social media di un giornalista”.

Il 3 aprile, il tribunale militare della Giudea ha rinviato l’udienza per la terza volta, ha rifiutato di concedere la cauzione a Hassanein e ha respinto la richiesta del suo avvocato di rilasciarla per prendersi cura del suo bambino.

I documenti del tribunale accusano Hassanein di incitamento per i suoi post, compresi i retweet, su X , ex Twitter, e Facebook tra agosto 2022 e dicembre 2023, in cui commentava la guerra Israele-Gaza , che includeva la sua frustrazione per la sofferenza dei palestinesi. Hassanein ha anche commentato gli eventi nella Cisgiordania occupata da Israele, tra cui l’ uccisione di due israeliani nella città settentrionale di Hawara nell’agosto 2023 e l’ uccisione di un soldato israeliano a un posto di blocco a Gerusalemme est nell’ottobre 2022.

Il 10 ottobre 2023, Hassanein ha ritwittato un post su X che mostrava una sua fotografia nel mirino di un cecchino con un testo ebraico che la descriveva come una giornalista nazista di Hamas che vive a Ramallah. La giornalista denunciava una campagna di incitamento contro di lei da parte di israeliani organizzati sui gruppi di social media .

La famiglia di Hassanein, secondo secondo il quotidiano palestinese Mada News, sta conducendo una campagna per il suo rilascio, affermando che la sua salute è peggiorata a causa delle pessime condizioni carcerarie.

Hassanein ha lavorato con diversi media, tra cui l’emittente televisiva del Qatar Al-Jazeer , il canale online femminista Banfsj, la stazione femminile palestinese Radio Nisaa e il think tank Al-Quds Center for Political Studies. Hassanein è stata infine, nei mesi precedenti al suo arresto, redattrice del canale Wattan Media Network, come riferito dal suo direttore Muamar Orabi.

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